È andato in scena ieri notte in largo Cairoli l'ennesimo scontro tra tassisti e Uber. A una settimana dal manichino appeso in via Donati con l'effigie dell'assessore alla Mobilità Pierfrancesco Maran, il clima di tensione che si respira in città inizia a destare più di una preoccupazione soprattutto tra le forze dell'ordine. L'allarme è stato lanciato ieri mattina in Questura, tanto che verranno intensificati i controlli soprattutto di notte. Lo scontro, ieri sera solo verbale, ha coinvolto due tassisti e un driver Uber: i tre autisti sono italiani e incensurati, sui 40 anni. Alle origini del diverbio, notato da passanti che hanno allertato subito il 113, presumibilmente motivi legati allo svolgimento del servizio di trasporto passeggeri. Una vicenda che non convince Giovanni Maggiolo, segretario Unica Filt Cgil: «Episodi del genere sono state denunciati più volte, ma la magistratura li ha sempre archiviati. Le violenze sono da entrambe le parti, anche se è chiaro che da una parte c'è chi rischia una licenza che vale 170mila euro ed è facilmente rintracciabile, dall'altra parte invece non si rischia nulla. Questi episodi - continua Maggiolo - mi sembrano riconducibili alla strategia comunicativa di Uber che cerca di fare leva su denunce di presunti atti di violenza».
Nella stessa notte, a Genova, un autista Uber pop è stato inseguito e sanzionato dai vigili. Risultato: 1700 euro di multa, confisca del mezzo e sospensione della patente. Questo il risultato del giro di vite del comune ligure contro l'abusivismo. Anche da noi inizia a muoversi qualcosa: due giorni fa la maggioranza in Regione Lombardia ha presentato un disegno di legge per regolamentare il settore. Un progetto di legge, proposto da FdI e firmato da Lega, Lista Maroni, Ncd e Partito Pensionati per fare chiarezza sulle modalità di chiamata e di esercizio dei servizi taxi e Ncc, ma anche per garantire la sicurezza degli utenti e contrastare l'abusivismo. Il progetto di legge prevede che «il conducente dovrà conservare prova delle singole prenotazioni e fornirla alle autorità competenti assieme, ove richiesto, ai titoli dei relativi pagamenti effettuati e ricevuti». Questo proprio per rispondere alle contestazioni avanzate dai tassisti a Uber, secondo i quali le auto della app californiana violano le leggi non partendo dalle autorimesse. Così la proposta ha trovato il plauso dei tassisti e dei sindacati - «questo è un passo avanti - commenta Maggiolo (Unica Filt CGil) -: è quello che dovrebbe fare il governo centrale». Più cauta è la politica: «È opportuno regolamentare Uber per tutelare i tassisti senza penalizzare gli Ncc» commenta Luca Squeri, il segretario della Commissione Trasporti della Camera, mentre per il Pd lombardo «si potrebbe fare di più, partendo dalle esigenza dei cittadini».
Ribalta completamente la prospettiva Luca Gibillini, consigliere comunale di Sel che propone una riforma del sistema, dalla tariffe ai tassametri per rendere più appealing il servizio: «Il problema non è Uber, ma uscire dalla conservazione della situazione esistente e puntare l'attenzione su come valorizzare e rilanciare il servizio, in modo che non tema la concorrenza privata».