Uccise donna a bottigliate 20 anni al killer di Baggio

Il pm aveva chiesto l'ergastolo, il giudice ha deciso per una condanna a vent'anni. Si è concluso ieri il processo in primo grado, con il rito abbreviato, per l'omicidio di Tiziana Pavani. Alla sbarra, Luca Raimondo Marcarelli, 33enne con problemi di droga che frequentava occasionalmente la vittima e che lei aveva più volte aiutato.

La rappresentante della Procura Letizia Mannella contestava al giovane reo confesso il reato di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione. Agli atti risultavano alcune ricerche su Google fatte dall'imputato alcuni giorni prima dell'omicidio per ottenere informazioni su «come si uccide una persona». Il gup Sofia Fioretta nell'emettere il verdetto ha però escluso l'aggravante della premeditazione. Molto delusi i parenti di Tiziana Pavani, parte civile nel processo assistiti dall'avvocato Arianna Leonardi e presenti all'udienza. «Una decisione vergognosa», hanno detto i suoi cugini. Il marito della vittima, da cui la 54enne segretaria d'asilo era separata ma con cui conservava buoni rapporti, è morto poco dopo il delitto. Malato da tempo, non ha retto alla tragedia. Il giudice ha deciso una provvisionale di 180mila euro per i familiari. Anche Marcarelli era presente alla lettura della sentenza, affiancato dall'avvocato Mirella Renoldi. Lo scorso 12 gennaio aveva trascorso la serata in casa dell'amica a Baggio. Aveva fatto uso di cocaina, poi aveva tentato di soffocare Tiziana Pavani nel sonno con un cuscino e l'aveva uccisa a colpi di bottiglia piena in testa. «Avevo il cervello in pappa», aveva detto agli investigatori della Squadra mobile dopo l'arresto.

Prima di uscire dall'appartamento aveva preso il bancomat della vittima, usato poi per prelevare i soldi da spendere al «Gratta e vinci», e aveva aperto il gas della cucina con l'intenzione di provocare un incendio che distruggesse le sue tracce.

CBas

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