Ucciso dai complici dopo la rapina

Ucciso dai complici dopo la rapina

Sembra proprio a un passo dalla soluzione il giallo del peruviano ammazzato sabato in strada a mezzogiorno, a due passi dalla Regione. Il giovane, insieme con un egiziano e una italiana, aveva appena portato a segno una rapina poco distante dal luogo del delitto. Poi nella fuga avrebbe avuto un violento alterco con l'egiziano che l'avrebbe colpito al petto con tre fendenti. Restano ora da identificare i complici, pista sulla quale i carabinieri sembrano più avanti di quanto lascino credere, e soprattutto decifrare il senso di quello strano assalto. I derubati sono una coppia che vive in un modesto bilocale di un ancora più modesto edificio. E la refurtiva trafugata sembra non superi le poche centinaia di euro che, divisi per tre, fanno veramente un ben misero bottino.
Poche centinaia di euro comunque sufficienti per attrarre i tre che sabato alle 11.30 sorprendono nel loro appartamento di via Nazario Sauro una coppia di trentenni. I due vengono minacciati con uno storditore elettrico e la riproduzione di una Beretta, priva del tappo rosso però e dunque assai difficile da distinguere da un'arma vera. I banditi raccattano qualche soldo, un po' di monili e soprattutto diverse borse firmate, unica grande passione della rapinata. Quindi la fuga.
Non fanno molta strada. Imboccato via Oldofredi all'altezza del civico 46 inizia l'alterco. I due uomini hanno qualcosa da dire, forse per la spartizione del bottino, forse perché infuriati dalla sua esiguità. Nasce un violento litigio e i nordafricano colpisce il peruviano al petto con tre coltellate e quindi fugge verso via Pola. Il sudamericano e la donna fanno qualche passo nella direzione opposta, quindi il ferito cade a terra. La complice rimane un paio di minuti indecisa sul da farsi prima di eclissarsi anche lei. In mezzo c'è il «giallo» della macchina notata da diversi testimoni fuggire a tutta velocità. Forse si tratta banalmente di un automobilista che, vista la scena, rallenta e accosta per vedere cosa stia succedendo. Il peruviano estrae la pistola e lo fa fuggire. Un equivoco dunque, come i colpi di pistola sentiti da qualcuno: con ogni probabilità si tratta di semplice suggestione. Il ferito viene soccorso ma è ormai agonizzante e muore verso le 12.20. Addosso non ha documenti o cellulare, ma i carabinieri riescono a identificarlo ugualmente già nel pomeriggio. Dovrebbe trattarsi appunto di un peruviano, di 28 regolare, incensurato, residente da solo nella zona nord della città. Gli investigatori stanno comunque aspettando la conferma dalla banca dati nazionale, dove sono state inviate le sue impronte digitale nella speranza abbia commesso qualche reato. Viene subito messo in connessione con la rapina, anche perché le vittime descrivono tra gli aggressori un sudamericano alto sul metro e 70, corpulento fino all'obesità. La perfetta descrizione del morto.
Identificato il soggetto non dovrebbe essere difficile, scandagliando il giro delle sue amicizie, individuare i due complici, in particolare l'assassino.

Restano le perplessità sull'obbiettivo scelto dai tre banditi per la rapina. Per quanto disperati, non potevano pensare di ricavare chissà cosa. A meno che i rapinatori ritenessero che la coppia nascondesse qualcos'altro di assai più prezioso. Ma questo sarà il secondo passo dell'inchiesta.

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