Ucciso con un proiettile alla nuca

Ucciso con un proiettile alla nuca

Nel mondo della malavita non aveva mai raggiunto alti vertici «un piccolo pregiudicato» veniva descritto dalle forze dell'ordine. Poi tre anni fa era balzato agli onori della cronaca per aver partecipato a una rapina con un bottino di 4 milioni di euro. Che non gli ha portato fortuna: individuato, finì in galera e poi ai domiciliari dove si trovava tuttora. Ieri, appena uscito di casa per andare a lavorare, è stato raggiunto da un killer e freddato con un solo proiettile alla nuca.
Si conclude così la carriera criminale di Andrea Malcotti, 51 anni, una vita tra furti, ricettazioni e rapine, ultima delle quali la mattina del 15 febbraio 2010 all'Istituto centrale delle banche popolari di corso Europa. Gli impiegati stavano aspettando i portavalori e avevano preparato plichi contenti 4 milioni di euro. All'orario convenuto si presentarono due uomini della Battistolli. Come prevede il regolamento, uno rimase fuori di guardia, l'altro entrò. Ma una volta dentro estrasse la pistola, chiuse i bancari nei bagni e scappò con il bottino. Troppo preciso il colpo perché non ci fosse una talpa all'interno dell'Istituto delle guardie giurate. Che infatti venne scoperta e portò all'identificazione dei componenti della banda guidata da due fratelli catanesi e composta anche da Malcotti.
Dopo un periodo in carcere, l'uomo era stato scarcerato e messo ai domiciliari al terzo piano di via Pertini 42 a Settimo Milanese, dove già viveva la sua compagna, Rita, 36 anni. Ottenne poi dal giudice il permesso di uscire per lavorare, avendo trovato impiego in una concessionaria d'auto a Lainate. Ieri come sempre pochi minuti prima delle 13 aveva chiamato i carabinieri per confermare che stava uscendo. Quindi è sceso per raggiungere la sua Ypsilon attardandosi sul cancello d'ingresso per attendere Rita. Qui l'ha raggiunto il killer che gli ha esploso un colpo solo alla testa con un'arma calibro 7.35. Qualcuno nel palazzo ha sentito il botto, poco più che un petardo, ma non ci ha fatto molto caso.
Hanno invece sentito le grida strazianti della donna che ha trovato il compagno riverso a terra, agonizzante: «Aiuto, correte, gli hanno sparato». Mettendo in moto la catena dei soccorsi. Malcotti era ancora vivo quando è giunta un'ambulanza che lo ha trasportato al San Carlo dove è spirato poco dopo. I famigliari hanno dato il consenso all'espianto degli organi. Contemporaneamente sono partite le indagini, condotte dalla carabinieri di Rho e dal Gruppo di Monza. Per il momento non sono stati rintracciati testimoni, né in zona ci sono telecamere. Via Pertini del resto è un quieto quartierino a Seguro di Sesto, detto Verde nel bosco, sorto meno di una decina di anni fa. Qui era arrivata prima Rita, circa sei anni fa, poi Andrea, appena messo ai domiciliari. Lui si vedeva poco, mentre lei era più conosciuta, molto affabile e cortese, sempre in giro con il suo meticcio di pastore tedesco Luna. Di professione cameriera, si dava molto da fare per trovare lavori, anche occasionali. Pochi dubbi sul fatto che si tratti di un regolamento di conti, anche se non dovrebbe fare parte della scia di sangue che ha agitato Settimo nei mesi scorsi, con diverse sparatorie e feriti.

Il caso fu risolto proprio dai carabinieri, inquadrando gli agguati in una faida tra due famiglie di trafficanti di droga i Magrini e i Pania, con i quali l'ultima vittima non dovrebbe avere avuto rapporti. Resta invece la pista del colpo milionario, anche perché dopo gli arresti, l'ingente bottino non fu più ritrovato.

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