Cronaca locale

«Vado in moschea, ma quando lo decido io»

Invito accettato. Il sindaco di Milano Letizia Moratti ha deciso di accogliere l’appello della Casa della cultura islamica, che tre giorni fa le ha chiesto di visitare il centro di via Padova.
«La mia - ha detto ieri il sindaco - sarà una visita laica, civile, non in momenti religiosi». «Sto riflettendo - ha annunciato - su un percorso da fare presso le diverse comunità religiose nella città di Milano. Farò un percorso presso le comunità religiose e in quella occasione anche in una comunità islamica. Vedrò, naturalmente, quale».
La Moratti ha precisato che la visita avverrà al di fuori delle festività per tutte «queste realtà religiose», perché intende «rispettare l’intimità di cui i fedeli hanno bisogno nei loro spazi per le loro riflessioni religiose». Per questo - ha sottolineato - «la visita sarà laica e civile».
Il «corteggiamento» dei dirigenti del centro musulmano di via Padova dunque ha avuto successo, anche se il sindaco ha voluto chiarire che la scelta del centro islamico da visitare non è ancora stata fatta. Il direttore della Casa della cultura islamica Mahmoud Asfa, l’uomo che ha firmato l’invito per il primo cittadino, si dice comunque «molto soddisfatto» della risposta della Moratti: «Quello del sindaco - ha commentato Asfa - è un gesto molto apprezzato, noi speravamo di poterla accogliere nel nostro centro nel corso del mese sacro, o per la festa finale di interruzione del digiuno, l’Id al Fitr al Palalido, ma siamo ugualmente molto contenti della sua risposta».
Quanto al centro che ospiterà il sindaco, Asfa ovviamente conferma la sua «candidatura»: «Noi abbiamo fatto il nostro invito. Sarebbe un onore poterla accogliere nella nostra sede, un centro di dialogo interreligioso e istituzionale che ha ospitato politici di ogni orientamento ed esponenti delle istituzioni».
Per il centro di via Padova, in qualche modo «garantiscono» anche i buoni rapporti con la chiesa ambrosiana, che da tempo intrattiene - anche sul territorio - relazioni istituzionali cordiali con quello che è considerato il centro islamico «moderato» della città.
Per esempio il parroco di San Giovanni Crisostomo, don Piero, ha «prestato» alla Casa della cultura il campetto dell’oratorio di via Cambini per la preghiera del venerdì: «L’invito - ha osservato il parroco a proposito dell’iniziativa rivolta a Palazzo Marino - mi sembra un gesto di fiducia importante. Può essere la premessa di rapporti proficui e costruttivi. Il dialogo non può che essere positivo - ha aggiunto - in via Padova poi hanno scelto una linea di rispetto rigoroso della legalità».


Da sottolineare ancora il fatto che l’invito di via Padova al sindaco prevedeva la possibilità di un incontro da fissare nel giorno dell’interruzione del digiuno - il 20 o 21 settembre, è ancora da stabilire - oppure nel corso di un venerdì del mese sacro dei musulmani, a partire dal primo giorno utile, ieri: venerdì 11 settembre, una data significativa: «Potremmo commemorare insieme un giorno tragico con un gesto di amicizia e di unità contro l’intolleranza e i fanatismi», aveva detto il direttore della «moschea», di recente invitato a sua volta a partecipare a un incontro con Souad Sbai, deputato del Popolo della Libertà e presidente dell’associazione donne marocchine in Italia nel corso del meeting di Rimini per l’amicizia fra i popoli organizzato da Comunione e Liberazione.

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