Vietate catene e accattonaggio e cani anche dentro l'ospedale

Magoni e Brambilla presentano la proposta di legge Per gli animali porte aperte dovunque. Anche in tram

Vietate catene e accattonaggio e cani anche dentro l'ospedale

Divieto di legarli alla catena o di utilizzarli per l'accattonaggio, ma anche obbligo di microchip e soprattutto il «libero accesso degli animali d'affezione» in tutti i luoghi commerciali e pubblici, compresi ospedali e case di riposo. Questi i cardini del progetto di legge presentato in Regione da Lara Magoni della Lista Maroni e firmata anche dal vice governatore Mario Mantovani di Forza Italia. Al tavolo il capogruppo Stefano Bruno Galli, la deputata Michela Vittoria Brambilla e la presidente nazionale dell'Enpa Carla Rocchi, con la Magoni a ricordare la medaglia d'argento ai mondiali di sci festeggiata sul podio con il cane Sansone. Ma anche il marito perso dopo essere stato ricoverato in un hospice di Milano in cui gli animali non erano ovviamente ammessi. «Ma i medici - racconta - alla fine permisero a Roberto di stare un po' con il nostro cane. Un gesto meraviglioso». Che, se passerà la legge, non sarà più un'eccezione. Ma la regola.

Una richiesta di modifica alla legge regionale della Sanità nel suo Capo II sulle «Norme relative alla tutela degli animali d'affezione e prevenzione del randagismo» e che ha tra le richieste il divieto di «utilizzare la catena o qualunque altro strumento di contenzione». Sequestro e confisca, invece, per l'accattonaggio con animali «allo scopo di suscitare l'altrui pietà» e obbligo di identificazione del cane con microchip. Libero accesso in tutti i luoghi pubblici compresi giardini, parchi, spiagge, negli esercizi pubblici e commerciali e su tutti i mezzi di trasporto. Ma sempre con l'obbligo dell'uso di guinzaglio e possesso della museruola. Multe da 50 a 300 euro per chi viola il divieto di accedere nelle aree interdette come quelle gioco per i bambini. Di 300 euro, invece, la sanzione per chi non disponga di strumenti per «la rimozione delle deiezioni» e non provvedano immediatamente e da 100 a 300 euro per chi non li iscriva all'anagrafe canina entro 30 giorni dalla nascita o 30 dall'inizio del possesso. Porte aperte anche «in strutture residenziali, semi-residenziali, ospedaliere pubbliche e private», con la Magoni che sottolinea l'importanza ormai riconosciuta della pet therapy .

«In Lombardia - spiega Mantovani - ci sono un milione e 200mila cani più 52mila gatti solo perché è più difficile registrarli. Questo spiega perché ho firmato questa proposta di legge che si inserisce in quella riforma della sanità a cui stiamo lavorando con il presidente Maroni». Ricordando che «negli scorsi anni la Regione ha investito 2,5 milioni di euro, aumentando del 25 per cento la restituzione ai proprietari dei cani accalappiati». E altri 2 milioni saranno ora investiti per l'anagrafe e la lotta al randagismo. Per la Brambilla che lavora da tempo a una simile legge in parlamento, «una proposta così può interessare di più della riforma elettorale perché migliora la vita di tante persone: dietro a ogni animale c'è un padrone e una famiglia che lo considera un compagno fedele». D'accordo Galli, il capogruppo della Lista Maroni che parla di un «cambio di paradigma culturale» e ricorda il suo meticcio Taddeo salvato da un cassonetto dove era assalito da due gatti selvatici. «E, infatti, nonostante sia un incrocio tra un maremmano e un dalmata, Taddeo scappa ancora davanti ai gatti». Ma anche il professor Gianfranco Miglio che si faceva sempre fotografare con il suo fedelissimo pastore tedesco.

Oltre 20 milioni di visitatori attesi per Expo, ma ancora nessuna idea su quali servizi offrire agli animali che li accompagneranno a Milano. Perché molti arrivano da Paesi dove viaggiare con loro è cosa normale. A denunciarlo la presidente della Leidaa Milano Daniela Lazzaroni che si lamenta di non aver avuto ancora risposta dalle istituzioni e dai vertici della società Expo.

«Ho chiesto di creare qualcosa per rendere Milano animal friendly, ma nessuno dice niente. I visitatori di Expo non sapranno dove metterli. Perché gli animali non sono solo cibo pensa questa Expo, ma molto altro». La proposta della Leida sarebbe di trovare un posto per loro, magari nella Cascina Triulza.

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