A Villa Reale sfila la storia dell'alta moda

Arriva in tempo per la settimana della monda milanese una collezione senza tempo. Le categorie Autunno/inverno e primavera/estate non bastano. No, la mostra che, fino al 10 gennaio 2016, «sfila» al secondo piano nobile di Villa reale di Monza racconta la memoria dell'alta moda italiana a partire dal secondo dopoguerra fino al 1968.

Un capospalla di Mila Schoen dialoga con un «taglio» di Fontana da cui sembra essersi plasmato. Poco oltre un tailleur di Valentino. L'hanno chiamata «Bellissima – l'Italia dell'Alta moda», come il film che Luchino Visconti cucì addosso ad Anna Magnani. Promossa da Villa Reale, e Camera nazionale della Moda, l'esposizione ha già debuttato al MAXXI di Roma e sarà presto in tournée in Florida. Oltre un centinaio i capi esposti e firmati dal gotha del fashion fra cui Balestra, Biagiotti, Curiel, Fabiani, Fendi, Gattinoni, Lancetti e Sorelle Fontana. Le modelle? Sono gli storici manichini La Rosa. La collezione per «sezioni», arricchita dai filmati dell'Istituto luce e delle Teche Rai, va dal Black and white, al cinema, dal pret–à-porter al cocktail, fino ai modelli da gran sera e oltre con un «défilée» di abiti immaginati sulle suggestioni Anni Sessanta di «2001: odissea nello Spazio».

«In Brianza - spiega Giovanna Melandri, che da ministro promosse il restauro della villa e oggi firma il passaggio di consegne con il MAXXI - avete però una sezione in più». A Monza, infatti, escono per la prima volta dagli archivi i campionari dei tessuti di aziende storiche come Agnona-Zegna, i fratelli Botto, Lanerossi. Su un tavolo da lavoro lungo 40 metri si srotolano «pantoni» di colore in 3D, campionari di tessuto e memoria. A completare l'«outfit» di questo guardaroba d'eccezione, accessori, calzature e bijioux, tutti griffatissimi. A mozzare il fiato è il main sponsor Bulgari con alcuni suoi capolavori dall'orologio serpente a un sautoir del XIX secolo con uno smeraldo di 300 carati. Per dimostrare che la moda è arte. E proprio a Milano cerca spazio.

Non si sbilancia il sindaco di Monza, Roberto Scanagatti, che però non nasconde «Una suggestione su cui stiamo lavorando», ossia destinare una piccola sezione permanente della villa alla moda e al made in Italy, da affiancare al design italiano che già occupa il terzo piano della reggia. «Serve la volontà politica», ribatte Mattero Ferrario del gruppo Zegna: «Se conserviamo gli archivi è perché qualcuno ne possa fruire». Indossandoli anche solo «con gli occhi».

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