Violentata dal padre Salva grazie all'Sos lanciato su Facebook

Ha lanciato il suo grido d'allarme attraverso le pagine di Facebook. Ed è riuscita così a liberarsi dall'incubo di cui era vittima e poi anche a sporgere denuncia ai carabinieri che hanno catturato e assicurato alla giustizia il suo «mostro». Quella di Stella - diciassettenne di origini albanesi violentata dal padre nell'hinterland ovest di Milano - è una vicenda terribile. I cui risvolti sul futuro della ragazzina purtroppo non si possono ignorare e, al momento, neppure quantificare in termini di gravità.
In cella con l'accusa di violenza sessuale qualche giorno fa è finito un idraulico albanese di 41 anni, regolare in Italia, residente a Melzo e padre della giovane abusata ma anche dei suoi tre fratellini più piccoli, una sorella 15enne, un bimbo e una bimba ancora più piccoli, risultati estranei alle violenze. L'uomo fino a poco tempo fa non aveva mai avuto problemi con la giustizia, sembrava del tutto normale e innocuo, forse non era stato un padre modello e magari era un po' autoritario, ma non era mai stato malvagio con i suoi figli.
In casa dell'uomo la realtà ha cominciato a cambiare qualche anno fa. Quando la prima moglie, anche lei albanese, è morta, lasciandolo vedovo con i quattro figli. E Stella ha iniziato a farsi grande. Il padre sembrava essere appagato dal nuovo rapporto con una seconda donna, sposata poco dopo la morte della prima moglie e insediatasi a casa con lui e con i suoi bambini. Otto mesi fa, però, il tran tran della famiglia è stato sconvolto. Rivelando tutta la fragilità di quello che sembrava un normale equilibrio. Le attenzioni dell'artigiano sulla figlia maggiore, infatti, da un giorno all'altro non sono più state quelle di un genitore, ma di un uomo pronto ad abusare di una donna senza alcun tipo di scrupolo.
Stella era disperata, non aveva nessuno a cui rivolgersi. Il padre aveva imposto a lei e ai suoi fratelli di non avere più alcun rapporto con i parenti della moglie defunta, né con lo zio né con i nonni. La ragazza, però, tramite Facebook, era stata in grado di mettersi in contatto con lo zio materno, che vive in Emilia. E dopo il terzo abuso, avvenuto qualche settimana fa, Stella era riuscita a rivelargli tutta la sua disperazione. «Il papà non è più un papà» aveva cominciato a scrivere la giovane al parente. E, dopo molte titubanze, stritolata dall'angoscia e dal timore (infondato) di avere in qualche modo «incoraggiato» le perversioni paterne, l'adolescente aveva confidato il suo dramma.
A quel punto l'intervento dello zio è stato immediato. Accertatosi, nella corrispondenza con la nipote, che i fratellini più piccoli non fossero anch'essi «bersaglio» dei desideri malati del padre, due settimane fa l'uomo ha incontrato Stella e l'ha portata via con sé. Prima, però, zio e nipote si sono recati dai carabinieri a sporgere denuncia.

Da quel momento la parola è passata ai militari che hanno svolto indagini e accertamenti e, facendo capo al sostituto procuratore del tribunale di Milano Pietro Forno (noto come «il pm dei bambini», ndr) hanno poi proceduto all'arresto del padre degenere.PaFu

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