Cronaca locale

"Vogliamo moschee anche accanto alle vostre chiese"

Gli islamici non accettano limiti ai luoghi di culto. Piccardo (Caim): "Più facile aprire una sala giochi"

"Vogliamo moschee anche accanto alle vostre chiese"

Moschee da costruire vicino alle chiese. «Eliminando le distanze tra luoghi di culto» previsti invece dalla legge in discussione in Regione. A chiederlo il responsabile del Caim Davide Piccardo, il Coordinamento delle associazioni islamiche milanesi ieri per la prima volta convocato in una commissione del consiglio, perché «a Milano è più facile aprire una sala per il gioco d'azzardo dove le famiglie si rovinano che un posto dove pregare». Parole che hanno diviso la maggioranza che appoggia l'iter di quella che viene definita «legge anti-moschee» e il centrosinistra che chiede di rinunciare a un progetto che limita la costruzione di luoghi di culto non cattolici violando «un diritto costituzionalmente garantito con regole di carattere urbanistico». Respinta da islamici e centrosinistra «l'associazione» fra questioni di sicurezza e «diritto al culto», perché secondo i grillini Eugenio Casalino e Silvana Carcano «in Lombardia ci sono oltre 400mila residenti islamici regolari che pregano nelle catacombe e la politica deve dare loro risposte nell'ambito della Costituzione».

Muro contro muro della Lega con il capogruppo Massimiliano Romeo a dire che «questi signori sono venuti a spiegarci quali sono le nostre leggi, magari con l'intenzione di imporci le loro» e il relatore Roberto Anelli che aggiunge di aver «ascoltato un bel sermone», ma senza «alcuna contestazione dal Caim, se non sulla questione del referendum che è già stato tolto dal testo». Anche perché i cittadini potranno esprimere la loro eventuale contrarietà con la Vas, la Valutazione ambientale strategica aperta a tutti i soggetti interessati. Tra le altre norme l'installazione all'esterno di telecamere collegate con le forze dell'ordine e accessibilità per i disabili. Ma a far discutere è la richiesta di un parcheggio di dimensioni doppie e l'adeguamento delle strade a spese dei richiedenti. A contestare il requisito di concedere il permesso solo ad associazioni che abbiano siglato un'intesa con lo Stato è Alberto Fossati, professore di diritto pubblico alla Cattolica. Mentre il professor Paolo Branca che collabora con la diocesi parla di «un'inerzia colpevole che ha portato ad avere 800 sale di preghiera camuffate e dirette da persone volonterose, ma non sempre adeguate». Generando «un'opacità che in qualche caso è sfociata in reati». E chiede perciò «luoghi di culto dignitosi e ben gestiti» e «almeno un grande centro di studi e iniziative culturali con sala di preghiera che possa far conoscere il patrimonio spirituale dell'Islam».

Per Lucia Castellano (Lista Ambrosoli) è «una legge dai numerosi profili di incostituzionalità» perché «compromette palesemente il diritto fondamentale alla libertà di culto», mentre per il pd Jacopo Scandella «in Germania stanno costruendo 170 moschee», mentre qui c'è «una legge che alimenterà uno scontro inutile tra cittadini e culture».

Per l'assessore Viviana Beccalossi (Fdi) «tanta propaganda, ma nessun vero rilievo di carattere tecnico», mentre Riccardo De Corato parla di «un'inutile sbrodolata di un'ora e mezza esclusivamente politica, senza entrare nei dettagli delle problematiche di spazi, urbanistica, ordine pubblico e misure di controllo».

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