È un fatto assai raro e un impulso non certo di moda la solidarietà «religiosa», visto che oggi siamo solidali con ogni principio, tranne che con le regole che possa odorare di fede. La squadra bergamasca «under 17» Sebino Basket Villongo si è rifiutata di disputare il secondo tempo della sfida con il «Red Roster» nella palestra di Presezzo perché l'arbitro ha espulso S.S. di 17 anni, residente a Sarnico. Motivo: essendo un Sikh indossava un turbante per raccogliere i lunghi, intrecciati capelli. «Atteggiamento incomprensibile e ingiustificabile: l'arbitro ha sbagliato» ha commentato in serata Giovanni Petrucci.
L'arbitro ha applicato il regolamento che vieta qualsiasi tipo di copricapo più spesso di 5 centimetri. La stessa cosa era capitata il 17 novembre scorso a un calciatore prima dell'incontro Montirone - Sant'Eufemia nel bresciano. Il cestista Sikh lascia il campo, l'allenatore del Villongo sottopone il caso ai dirigenti della società, avvia un confronto col Presezzo e alla fine la decisione viene presa in nome di un principio dello sport. I ragazzi bergamaschi scelgono il buon senso, si mettono dalla parte del loro compagno e dichiarano che un turbante non li turba, non fa sospettare loro che sotto quel copricapo ci sia una bomba, solo trecce che per comodità di gioco devono rimanere fermi. Il secondo tempo si è disputato in amichevole, come ha deciso Riccardo Paris, responsabile del settore giovanile del Villongo.
«Tolleranza e buon senso vanno oltre le norme scritte - ha commentato in serata il presidente di Federbasket o Giovanni Perucci - soprattutto nei
campionati giovanili, dove dobbiamo affermare i valori dello sport e del rispetto». Quanto alla possibile a penalizzazione per il Villongo : «La giustizia sportiva è autonoma ma spero usi quel buon senso mancato sabato».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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