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Vuole il «supplemento autostrada» E la cliente denuncia il tassista

Vuole il «supplemento autostrada» E la cliente denuncia il tassista

Erano soli 10 euro su 90, ma per il tassista e la cliente sono diventati un «casus belli» che li ha trascinati in una estenuante discussione, concluso con l'intervento della polizia. Ma soprattutto nell'arrivo in ritardo alla stazione Centrale quando il treno della donna era già partito. Il tutto per un «supplemento autostrada» non dovuto ma chiesto ugualmente dall'autista. E forse non neppure finita qui, perché la cliente furibonda, se n'è andata minacciando denunce e ricorsi e l'uomo rischia una multa la sospensione della licenza.
Potrebbe dunque concludersi con una seria di sanzioni, la furbata del tassista che l'altra sera ha raccolto Alessandra F, 36 anni, appena sbarcata a Malpensa. La donna chiama un'auto pubblica e chiede se applica la tariffa convenzionata con il Comune di Milano di 90 euro per portarla in città. Il tassista annuisce. Poi specifica anche che deve arrivare in Centrale entro le 21, per prendere il treno per Venezia. «Allora dobbiamo prendere l'autostrada - replica l'autista - e devo metterle 10 euro di sovraprezzo per il pedaggio». La donna replica che non risulta sia dovuto e tra un litigio e l'altro, imboccano la strada statale. Durante il percorso il conducente avrebbe tenuto volutamente la minor velocità possibile. La cliente gli lo contesta e lui replica «Devo rispettare i limiti» ma lei sospetta una sorta di vendetta. La discussione tra i due prosegue sino a destinazione. Dopo le 21 però, quando il treno è ormai già partito. In piazza Duca d'Aosta la donna decide di chiamare una volante per far mettere tutto a verbale. E a ragione.
Il regolamento comunale infatti parla chiaro. Il testo indica chiaramente una serie di percorsi tra Milano, Malpensa, Linate e Fiera di Rho-Pero, stabilendo poi tariffe fisse «comprensive di tutti i costi: equivalente economico del tempo di presa in carico, supplemento notturno o festivo e( appunto) pedaggio autostradale». Alla fine la signora ha pagato e ha preso il treno successivo per Venezia, minacciando però ricorsi e denunce. Potrebbe infatti ravvisarsi nel comportamento del tassista il reato di «tenta truffa».

Senza contare un intervento del Comune che dovrebbe infliggergli una multa di 109 euro e deferirlo alla commissione disciplinare per ulteriori sanzioni. Un caso simile si concluse tempo fa con un mese di sospensione della licenza.

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