Un weekend tra i segreti degli atelier più di moda

Per due giorni porte spalancate ai laboratori di alta artigianalità e ai luoghi di produzione

La storica casa-studio di Via Gesù in cui Gianni Versace viveva e lavorava. L'Armani Teatro di via Bergognone che ospita abiti da sogno indossati da star come Sharon Stone, Jodie Foster e Angelina Jolie. La Fondazione Ferrè di Via Tortona con una personale sullo stilista. L'atelier Curiel con magnifici abiti e bozzetti d'archivio. Sono solo alcune delle maison di moda che aprono le porte al pubblico sabato 18 e domenica 19 maggio per ApritiModa, evento che apre i luoghi nascosti e spesso inaccessibili dei più importanti atelier di moda, iconiche istituzioni e laboratori artigianali simbolo dell'identità del Made in Italy. Un sogno che in questo weekend si potrà realizzare grazie all'idea di Cinzia Sasso e alla collaborazione di istituzioni e maison, ma anche grazie a più di 300 ragazzi che, attraverso la Piattaforma Sistema Formativo Moda, vestiranno i panni di guide ufficiali.

Dopo gli studi dei grandi architetti, è la volta dei grandi stilisti. Si spalancano le porte dei luoghi in cui è nata la moda italiana, e dove si creano abiti da sogno ma anche capi pret a porter, vestiti e accessori che il mondo ci invidia e che rappresentano una voce importante del Pil nazionale. E grazie alla terza edizione di questa iniziativa nata nel 2017, potremo capire il dietro le quinte delle maison, le radici storiche, i tanti aspetti «invisibili» senza i quali sarebbe impossibile ottenere quella cura e qualità artigiana riconosciute in tutto il mondo. Ad accogliere il pubblico nelle proprie sedi 12 maison: Alberta Ferretti, Agnona, Antonio Marras, Brunello Cucinelli, Curiel, Giorgio Armani, Moncler, Prada, Trussardi, Versace, con un grand tour che va dal Quadrilatero a Zona Tortona, da Porta Nuova a Porta Romana. E poi Herno e Zegna che aprono le sedi fuori città: il primo un opificio 800esco a Lesa, il secondo l'Oasi e la fabbrica di Triverio, Biella. Senza dimenticare tre iconiche istituzioni milanesi: la Fondazione Gianfranco Ferré, i Laboratori del Teatro alla Scala e il laboratorio artigiano Pino Grasso Ricami.

Un'esperienza unica per «capire come dal genio degli stilisti espresso sui tavoli da disegno e dall'arte del saper tagliare, cucire e realizzare dei laboratori sartoriali nascono la bellezza e lo stile che rappresentano la nostra città a livello internazionale», spiega il sindaco Giuseppe Sala. E un occhio di riguardo sarà riservato ai giovani, «ai quali diamo la possibilità di scoprire il grande patrimonio manifatturiero italiano fatto di artigianalità, ricerca nei materiali e creatività», sottolinea l'assessore Cristina Tajani.

«Un'occasione concreta per scoprire come nel comparto del fashion non esista soltanto il ruolo creativo dello stilista ma tante figure professionali che possono rappresentare concrete opportunità occupazionali». E oltre a carpire i tanti segreti delle griffe, si potranno visitare mostre creatE ad hoc, come quello di Prada che in Via Fogazzaro espone una serie di collaborazioni con i designer sul mondo del nylon.

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