Forse la gloria cominciò il giorno in cui decise, nel modo più drastico, di liberarsi dalla schiavitù dell'eroina. Sicuramente la sua stella, già brillante, cominciò a splendere con la trionfale esibizione al Festival di Newport del 1954... Fatto sta che Miles Davis divenne uno fra i protagonisti più brillanti di sempre della musica internazionale. John Coltrane all'epoca era ancora un turnista che faticava ad affermarsi e a trovare la sua voce sul sax. Prendeva anche pochi e rari assoli, limitandosi all'accompagnamento... Erano nati entrambi nel 1926 e percorrevano strade diverse, ma paradossalmente parallele. Entrambi grandissimi, innovativi musicisti. Tutti e due eroinomani. Tutti e due geni, come dimostra la storia. Prima di seguire i loro gloriosi percorsi (Miles arriverà addirittura sulle strade del rock) Davis e Coltrane entusiasmarono il pubblico di tutto il mondo suonando su disco e dal vivo. Per questo i collezionisti saranno deliziati dal quadruplo album Miles Davis & John Coltrane. The Final Tour, che testimonia la loro ultima serie di concerti in Europa, nel 1960, prima di separarsi definitivamente.
Il loro sodalizio era cominciato nel 1955, quando Coltrane era ancora considerato uno dei tanti hard boppers. Ma nel '58, quando Davis formò il sestetto stellare (con Coltrane e Cannonball Adderley, il pianista Red Garland, il contrabbassista Paul Chambers e Philly Jo Jones alla batteria, gruppo che tra l'altro incise un capolavoro come Kind of Blue, l'album più venduto nella storia del jazz) con Bill Evans al piano al posto di Garland accadde qualcosa di fondamentale nel jazz. «Kind of Blue è un disco molto importante - scriveva Arrigo Polillo - soprattutto perché aprì nuovi orizzonti ai jazzmen presentando degli esempi di improvvisazione modale (basata cioè non sugli accordi di un tema ma su diversi tipi di scale), che sarebbe stata ripresa e sviluppata da John Coltrane e dai suoi innumerevoli seguaci».
Miles maestro di Coltrane dunque? Coltrane proveniva dal rhythm'n'blues e dalle più svariate collaborazioni, tra cui spicca quella con Thelonius Monk, di cui purtroppo non sono rimaste incisioni significative. Intanto Davis aveva formato e disfatto diversi complessi, tra cui un altro con Coltrane, quello cioè protagonista di questo poker di dischi.
All'epoca della tournée, organizzata da Norman Granz, Coltrane era un musicista maturo, anche se viaggiava già su strade differenti. «Coltrane decise di venire con noi - ricordava Davis - ma era di pessimo umore e sedeva sempre da solo in disparte quando eravamo là». Coltrane non voleva proprio partire per la tournée, e suggerì come sostituto Wayne Shorter, ma conosceva troppo bene le dinamiche del gruppo e Miles lo convinse a partire. Davis in questi concerti delizia il pubblico con i brani di Kind of Blue e lo irretisce con le più classiche ballate jazz. C'è anche una vibrante 'Round Midnight, da confrontare con la passionale versione-capolavoro, con un Coltrane all'apice, su disco del 1958. «Certi suoi intricati assolo - scriveva ancora Polillo - condotti su tempi velocissimi, si alternavano a pause di serenità, in cui il suo sassofono disegnava linee melodiche semplici quanto originali ed efficaci».
È la Musica con la «m» maiuscola che si ascolta in questi album, nelle quattro versioni di So What che si accavallano sempre diverse e sempre più fascinose e mostrano Coltrane che sperimenta in modo addirittura selvaggio (non a caso all'Olympia di Parigi fu sonoramente fischiato).
Si vedono comunque sul palco le luci di due grandi stelle che si capiscono al volo nonostante la diversità di obiettivi: Davis controllato e più comunicativo, Coltrane «apparentemente incontrollabile». Era la fine di un irripetibile sodalizio, ma nessuno dei due ci badava. John pensava a costruire le sue possenti cascate sonore, i cosiddetti «sheets of sound» di inaudita intensità e potenza. E dopo i fischi parigini John, seguendo la sua personale ispirazione, zittì pubblico e critica partorendo l'originalissimo Giant Steps.
Mentre Miles continuerà a girovagare, da genio creativo, nobilitando generi e stili e
dichiarando: «Non ci sarà alcuna prossima tendenza... Se ci sarà, sarà un'involuzione», Coltrane, in attesa della svolta spirituale di A Love Supreme, prende il sax soprano e rivoluziona la storia con My Favorite Things.
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