IL «MILIONARIO», FUCINA D’UMORISMO

La scorsa settimana si sono chiusi in simultanea i due preserali più seguiti, L’eredità e Il milionario. L’uno con quattro repliche (ma sarà stato davvero The Best?), l’altro con sei puntate inedite. Il quiz di Raiuno ha saltato il lunedì, dove è andata in onda un puntata in famiglia, vinta, guarda caso, dalla radiosa fidanzata di Amadeus, Giovanna, la reginetta della scossa, e poi il venerdì per l’irruzione del Mondiale di calcio. Inutile stare a chiedersi quale dei due programmi sia meglio; i gusti, come direbbe monsieur de la Palisse, sono gusti. Di certo gli autori del Milionario sono più spiritosi dei colleghi dell’Eredità che pur non difettano d’umorismo. Basta andare a rivedere qualche domanda di riscaldamento, di quelle da 50 o 100 euro. Per esempio: «Che cosa si può portare sulle ventitré? Gli occhiali, il cappello, la giacca, i pantaloni». Oppure: «Nella celebre fiaba, quale cibo avvelenato mangiò Biancaneve? Un pollo, una mela, un sandwich, un tiramisù». O ancora: «Secondo la legge, la carta d’identità deve contenere una nostro foto a mezzo busto e...? Senza camicia, senza cappello, senza cravatta, senza capelli». Ultimissima: «Quale di questi non è uno dei tre tenori? Domingo, Carreras, Pavarotti, Pupo». Impossibile sbagliare, ancora più difficile non sorridere. Inutile fare gli schifiltosi, da certi quiz si impara anche qualcosa, tanto più che ogni tanto capita che all’Eredità e al Milionario le domande siano le stesse. Eccone tre in comune, anche se, ovvio, con una formulazione leggermente diversa: «Quale regione della Spagna prese il nome dai suoi invasori?» (Andalusia). «Quale monumento fu inizialmente concepito come sinagoga?» (Mole Antonelliana). «Nel 1946 si giocarono le prime 34mila schedine. A chi finirono le centinaia di migliaia stampate in più: ai farmacisti, alle scuole, ai barbieri, ai parroci?» (barbieri). Ma la cultura dei concorrenti più che letteraria è cinematografica, come ben sa Gerry Scotti. C’è una domanda su Cleopatra e la concorrente Giovanna si difende: «Ah, non ho visto il film». Un’altra sul nome del Gobbo di Notre Dame e l’architetto Anna gongola: «Lo so, perché ho visto il film». Dàgli e dàgli, Gerry si fa contagiare. «Nella storia di Alì Babà la formula magica “Apriti Sesamo” apre l’ingresso di? Una caverna, un harem, una reggia, un tempio». Il concorrente tace e il conduttore interviene: «Avrai visto i cartoni o il film».

Un’altra volta: «Che giorno della settimana era il 7 dicembre 1941 quando avvenne l’attacco di Pearl Harbor?» (per la cronaca era una domenica). Silenzio di tomba. E Scotti: «Non so se hai visto il film». Avviso ai maturandi: via i libri, andate al cinema.

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