Giacomo Legame
Dopo la visita di Leonardo Di Caprio a Tor Bella Monaca, lattenzione del nostro sindaco per le periferie e per le sacche disagiate della Capitale non è più materia da mettere in discussione. Altrettanto evidente è la familiarità dellassessore Dante Pomponi (Prc) con la galassia che ruota attorno ai centri sociali della Capitale: non a caso, pur essendo la querelle ambientata in pieno centro storico, proprio il responsabile del Lavoro e delle «Politiche per lo sviluppo e il recupero delle periferie» è stato inviato dal Campidoglio a trattare con gli okkupanti dellAngelo Mai.
Fin qui siamo nel terreno dellovvio. Ciò che forse tutti non sanno è che lassessorato in questione si occupa fra laltro di «autopromozione sociale», dispensando finanziamenti per promuovere limprenditoria nelle zone più disagiate della città, incentivare un«economia diversa», creare occupazione. Proprio scorrendo lelenco di determinazioni dirigenziali relative all«autopromozione sociale» i militanti di Azione Giovani della Garbatella sono incappati in alcuni finanziamenti stanziati fra il 2005 e il 2006 e destinati alla ditta «Zona Rossa pcsarl».
Gli importi non sono trascurabili: 16.565,51 euro nellagosto 2005, altri 13.324,73 euro ad aprile di questanno. Cosa riguardi il bando relativo a tali fondi non si capisce dalla sintetica dicitura riportata nellelenco degli atti. Certamente si tratterà di attività degne della miglior considerazione. Quel che ai giovani di An della Garbatella non è sfuggito, però, è che alla stessa società è riconducibile al punto che vengono forniti i dati bancari per eventuali «donazioni» il sito internet «militant.it», che già dalla presentazione lascia poco spazio allimmaginazione: immagini di scontri di piazza con fumogeni e scene da guerriglia, in sottofondo un remix dellinno sovietico, fra i documenti da scaricare un «dossier» sul processo milanese per i fatti dell11 marzo, fra le campagne da sostenere «Noi stiamo con Cuba», perché lisola è «il primo avamposto del mondo che costruiremo».
Fra le iniziative di cui i gestori del sito sembrano andare maggiormente fieri (e che saranno allegate a uninterrogazione del capogruppo di Alleanza nazionale in consiglio comunale, Marco Marsilio), linvito a «spacciatori, papponi, camorristi e spioni» a inviare la propria «fedina penale» presso la sede di An per trovar posto presso «il gruppo dirigente» del partito, eppoi la «Antifascist official league», un concorso a premi aperto a «chiunque si presenterà con un oggetto cortesemente donatogli (rigorosamente tra virgolette, ndr) da un fascista». In una «autointervista» sulla home page del sito, «Militant» viene definito «principalmente una linea di abbigliamento alternativa alle multinazionali, rivolta a un pubblico ribelle e a prezzi equi» (nella «collezione» figurano felpe che coprono il viso lasciando scoperti solo gli occhi) e «al tempo stesso un collettivo di guerriglia semiotica e un laboratorio dattivisti grafici». Gli utili vengono utilizzati «per finanziare dei progetti di solidarietà internazionale o a sostegno delle lotte sociali». Una delle felpe porta la scritta outlaw, che vuol dire «fuorilegge, ossia fuori dalle leggi capitalistiche». E allautodomanda: «Vi rendete conto che questa potrebbe essere considerata istigazione alla ribellione?», la risposta è: «Vorrebbe dire che il nostro messaggio è stato compreso...». Sarà. Ma forse, in tal caso, vorrebbe anche dire che potrebbero avere speranza di successo le sollecitazioni che Marco Marsilio, intende rivolgere al Campidoglio, alla Polizia postale e addirittura al ministero dellInterno. «Dal Comune - afferma Marsilio - pretendiamo la revoca dei finanziamenti.
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