Milito il precario, l’altra faccia dell’Inter

nostro inviato ad Appiano Gentile

Niente capitano questa sera contro il Bari. Javier Zanetti è stato sottoposto a controlli che hanno evidenziato un pneumotorace di modesta entità di natura post traumatica in conseguenza all’infortunio di gioco accusato nei minuti finali di Palermo-Inter. Gli è stata prescritta una settimana di riposo e potrebbe saltare anche Roma-Inter della quinta giornata. Niente Saverio ma rientro di Wesley Sneijder: «Sta bene - ha detto Benitez - si è allenato senza problemi».
C’è però un equivoco da chiarire subito, prima che diventi un caso: Diego Milito. L’argentino ha incontrato Rafa Benitez reo nelle ultime gare di averlo regolarmente sostituito in quanto visibilmente affaticato. L’allenatore ha confermato di aver parlato con lui dopo Palermo-Inter e di aver avuto un ennesimo colloquio con l’attaccante ieri mattina. Milito si sta chiedendo come mai debba uscire sempre lui e ovviamente hanno fatto molto rumore le dichiarazioni del suo procuratore Fernando Hidalgo, secondo il quale il suo assistito ora non godrebbe della stessa fiducia che invece gli riservava Josè Mourinho e questo influirebbe sulle sue prestazioni: «Forse non è mai stato simpatico a qualcuno...». Se Hidalgo riferisce questo, significa che Milito glielo ha confidato.
Non si capisce chi ce l’abbia con il centravanti autore di una stagione sontuosa, ricompensata dal presidente Massimo Moratti con un altrettanto sontuoso ritocco dell’ingaggio. È invece necessario ricordare che all’argentino sono state perdonate dichiarazioni che per altri sono state letali. La sua amicizia con Javier Zanetti ed Esteban Cambiasso con il quale divide la camera nei ritiri e nelle trasferte, ha attutito il colpo. Rafa Benitez ha risposto senza scomporsi: «Innanzitutto Milito si è detto sorpreso dalle dichiarazioni del suo procuratore che non sente da un mese. Mi ha detto invece di sentirsi tranquillo. Io cosa gli ho risposto? Gli ho detto che per me lui sta lavorando bene e a Palermo ha fatto un grandissimo lavoro per la squadra. Gli ho ripetuto che è solo questione di tempo, lui vuole segnare ma mi sembra un giocatore contento, questo è importante, non la gente che parla da fuori. In una partita casalinga come quella contro il Bari, se lui dovesse giocare, cosa alla quale devo ancora pensare, potrebbe essere un giocatore importante per noi». Insomma non male, il Principe diventa un precario, la situazione meritava un approfondimento perché dietro non c’è solo il suo momento negativo in fase realizzativa.
Oggi il paragone con Samuel Eto’o, vincitore di quattro Champions league, sarebbe solo una cattiveria. Il camerunense proprietario indiscusso di una velocità e di una tecnica non comuni, ha giocato un’intera stagione da tornante. Giudicato uomo partita a Palermo ha evitato i microfoni per solidarietà nei confronti del suo compagno di reparto a secco di reti dalla finale di Madrid. Quello di Milito è un equivoco, non ancora un caso, ma se a gennaio Mourinho dovesse riaprire il dialogo si troverebbe davanti un nuovo scenario. Gli attaccanti soffrono quando non segnano, se arrivano da una stagione atomica nella successiva subiscono inevitabilmente il ritorno sulla terra. Rafa Benitez poi, e qui ha stupito per la prima volta, ha cavato da questa storia una sua teoria che d’acchito può apparire bizzarra: «Dell’Italia ho imparato che quando si avvicinano le grandi sfide cominciano le chiacchiere. E noi dopo il Bari affronteremo prima la Roma e poi la Juventus. Ho capito che si creano situazioni un po’ particolari alla vigilia di queste partite». Ha capito anche altre cose Rafa, per esempio che per evitare le polemiche basta non accenderle, al limite si risponde a domanda precisa: «Zamparini si è lamentato della mancata concessione di alcuni rigori? Vengo dall’Inghilterra e lì i presidenti non parlano tanto. Ma dopo la gara, come allenatore, posso dire che abbiamo fatto 17 tiri in porta. Che non siamo usciti dal campo fra i fischi e questo significa che la nostra vittoria è stata accettata con molta sportività dal pubblico palermitano e pur rimanendo parecchi minuti nell’antistadio in attesa di Zanetti, non abbiamo avuto alcun tipo di problema». Considerazioni di una linearità che disarma, lontano qualche galassia da chi sappiamo.
Adesso il Bari.

Benitez ha ripetuto fino allo svenimento che prima di tutto conta l’Inter, la squadra deve entrare in campo con un’idea in testa e fare di tutto per attuarla, indipendentemente dai giocatori, dal modulo e dall’avversario: «Cosa penso? Che contro il Bari voglio vincere».

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