RomaSandro Bondi accusa, Italo Bocchino querela. Ma il ministro dei Beni culturali non arretra di un passo né ritira una sillaba di quanto affermato nellintervista pubblicata ieri dal Giornale e invece rilancia, promettendo «maggiori dettagli e incontrovertibili testimonianze» a sostegno delle sue accuse.
È guerra aperta tra il capogruppo di Futuro e Libertà alla Camera, Italo Bocchino e il ministro Bondi che ha messo in fila una serie di pesantissimi addebiti nei confronti del suo ex alleato. Bondi aveva raccontato al Giornale che Bocchino «in tono arrogante e minaccioso» lo aveva «più volte chiamato per chiedere che il ministero dei Beni culturali finanziasse soggetti cinematografici, alcuni dei quali prodotti da società appartenenti alla sua famiglia e riguardanti sua moglie». La consorte di Bocchino, Gabriella Buontempo, produce con la società Goodtime che ha spesso collaborato con la Rai.
Bondi aveva criticato il discorso definito «sguaiato» che Bocchino aveva tenuto alla Camera nel giorno del voto per la fiducia. Il ministro poi affermava di rifiutarsi di «subire lezioni di morale da parte di persone come Bocchino». In particolare Bondi aveva ricordato una telefonata da New York del finiano. Un tentativo, aveva denunciato Bondi, di intimidirlo anche in riferimento «ad alcune nomine» oltre che per ottenere finanziamenti per la moglie.
«Falsità - tuona Bocchino - i contenuti dellarticolo sono falsi e diffamatori e saranno i documenti a provarlo».
E il finiano fa lelenco dei soldi ricevuti dalla Buontempo dal ministero. «Lultimo finanziamento ottenuto da mia moglie dal ministero dei Beni culturali risale al febbraio 2005, epoca in cui Bondi non era ministro - dice Bocchino - successivamente la società Goodtime srl ha richiesto due finanziamenti. Il primo per 250mila euro è stato concesso il 15 settembre 2008 al film Il pezzo mancante che racconta la storia di Gianni Agnelli, considerato di interesse culturale nazionale e recentemente premiato al Torino film festival. A tale finanziamento mia moglie ha rinunciato il 25 ottobre 2010 avendo coperto autonomamente i costi della produzione».
Poi Bocchino cita un altro episodio. «Successivamente la Goodtime ha richiesto di finanziare il film Ti regalo un robot ottenendo - prosegue Bocchino - risposta negativa dal ministero il 24 giugno 2009. Questi fatti dimostrano la malafede del ministro Bondi e del giornale di Berlusconi visto che mia moglie non ha mai percepito un solo euro di finanziamento dalla gestione ministeriale del coordinatore del Pdl e che è nota in quel ministero per la sua professionalità iniziata anni prima di conoscermi».
Per la verità però, Bondi non aveva detto che la società aveva incassato i finanziamenti ma soltanto che li aveva chiesti ed in effetti Bocchino con la sua dichiarazione conferma indirettamente che una richiesta ci fu ma poi il finanziamento venne negato.
Certo Bondi aveva pure aggiunto di essere stato minacciato da Bocchino in persona e proprio su questo punto scatta la querela da parte del finiano. «Quanto alle inesistenti minacce - dice infatti Bocchino - è evidente che si tratta di vaneggiamenti che Bondi dovrà provare in tribunale, spiegando perché ne parla soltanto adesso».
Nessuna marcia indietro però da parte di Bondi.
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