Come la Mini cambia per non cambiare

«L’attuale Cabrio andrà avanti. Nel 2007 l’1,2% di quota mercato»

Enrico Artifoni

da Zandvoort (Olanda)

Debutterà a fine settembre al Salone di Parigi e sarà nelle concessionarie da novembre: la Mini cambia per non cambiare. Cioè per replicare il grande successo ottenuto sinora, con oltre 800mila unità vendute in meno di cinque anni, di cui 98mila in Italia. Il nuovo modello propone un affinamento senza stravolgimenti delle classiche linee squadrate, interni migliorati nella qualità e nella disposizione dei componenti, ma soprattutto una gamma totalmente rinnovata di motori e trasmissioni.
Esternamente sono stati ritoccati soprattutto il frontale, con un nuovo cofano motore gonfiato verso l’alto, e la coda, con una bombatura sotto il lunotto che regala più spazio al bagagliaio. All’interno, cambia in maniera significativa il disegno della plancia. Il grande tachimetro circolare sulla parte superiore della console comprende ora anche i comandi e il display dell’impianto audio e dell’eventuale navigatore satellitare. Le bocchette di aerazione sono state spostate verso le estremità, mentre un’inedita batteria di levette è comparsa nel soffitto, sopra lo specchietto retrovisore. Scompaiono, inoltre, il blocchetto e la chiave di avviamento: al loro posto ci sono un chip e il pulsante di accensione e spegnimento del motore.
Le novità più importanti sono comunque sotto il cofano, dove è installato l’inedito quattro cilindri 1.6 a 16 valvole e iniezione diretta di benzina realizzato congiuntamente da Bmw e Psa Peugeot-Citroën. Due le versioni disponibili al debutto, la Cooper ad aspirazione normale e la Cooper S con turbo, a cui si aggiungerà in seguito una nuova variante Diesel. La versione aspirata sviluppa 120 cavalli di potenza a 6mila giri e 160 Nm di coppia massima a 4.250 giri, ma soprattutto impiega il sistema di fasatura variabile Valvetronic di origine Bmw che consente di ottimizzare l’erogazione a qualsiasi regime. Con il turbo la potenza sale a 175 cavalli a 5mila giri e la coppia massima a 240 Nm in un arco di sfruttamento che va da appena 1600 a ben 5000 giri.
Entrambe le versioni della nuova Mini sono abbinate a un nuovo cambio manuale Getrag a 6 rapporti. Sull’impegnativo circuito olandese di Zandvoort, dove correvano una volta le Formula 1, abbiamo provato in anteprima un esemplare di pre-serie della Cooper S. La vettura si è mostrata all’altezza delle più rosee aspettative soprattutto per l’agilità e la maneggevolezza, coniugate al brillante temperamento del motore e agli alti limiti di tenuta. È troppo, forse, dire che la nuova Mini si guida come un kart, ma poco ci manca. La vettura si inserisce in curva con grande precisione e una prontezza di risposta al comando del volante persino inattesa. Parte del merito va all’accurata messa a punto del nuovo servosterzo elettrico.

Ma la marcia in più della nuova Mini, oltreché nel cambio, sta nell’elasticità del motore e nella fluidità dell’erogazione della potenza. Accelerare e soprattutto riprendere dai bassi regimi è ora molto più facile e rapido. E ciò si traduce in un superiore piacere di guida.

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