Il ministro dice «sì» alla centrale ma a sinistra è bagarre sul carbone

La linea di Marrazzo e Gasbarra bocciata prima dal Tar, poi dal governo «amico»

Stefania Scarpa

Marrazzo e Gasbarra «bocciati» dal loro stesso governo. Non passa la linea dura contro la riconversione a carbone della centrale Enel di Civitavecchia sponsorizzata dalle giunte di centrosinistra alla Regione e alla Provincia, verdi in testa. Già due volte il Tar, con due diverse sentenze, aveva respinto il ricorso degli enti amministrativi per la sospensione dei lavori. Ora, dopo le dichiarazioni del ministro per lo Sviluppo Economico Pier Luigi Bersani che, di fatto, dà il via libero all’operazione, si scatenano le polemiche negli schieramenti «figliocci» di Prodi. Laconico il commento dei consiglieri regionali di Rifondazione comunista, Ivano Peduzzi, Enrico Luciani e Anna Pizzo, per i quali «Bersani comincia male». Gli ambientalisti, in attesa della convocazione del tavolo comune nazionale col ministro e gli enti locali che si dovrà svolgere nei primi dieci giorni di luglio, promettono battaglia: «Al tavolo nazionale la Regione Lazio - dicono - porterà la sua posizione unitaria che è quella di un secco e chiaro no all’utilizzo del carbone nella centrale di Torre Valdaliga Nord di Civitavecchia, posizione condivisa da tutti gli enti locali dell’area e dalla stragrande maggioranza dei cittadini». Così affermano in una nota i consiglieri regionali Filiberto Zaratti e Enrico Fontana, e di Ambiente e Lavoro, Alessio D’Amato e Peppe Mariani. In difficoltà il presidente regionale Piero Marrazzo: «Aspettiamo il tavolo nazionale con gli enti locali e l’azienda, quando si parlerà di questa posizione». Si dice, invece, «perplesso» per le dichiarazioni rilasciate da Bersani, Enrico Gasbarra, numero uno di Palazzo Valentini. «Francamente - afferma - sono abbastanza perplesso. Bersani ha assunto questa decisione, o comunque ha fatto questa dichiarazione senza aver incontrato il tavolo creato dalla Regione al quale tutti parteciperemo. Ritengo che questa sua scelta vada confrontata e auspico che questo tavolo si possa riunire con il ministro». Gasbarra ha ricordato che «il parere della Provincia era da tempo contrario ed espresso unanimemente in Consiglio» e ha ricordato come «era stata formulata un’ipotesi condivisa da tutti noi di poter immaginare una verifica al progetto alternativo al carbone che potesse prevedere nel piano energetico un utilizzo del rigassificatore».
Una mediazione cerca di trovarla Regino Brachetti, assessore regionale agli enti locali. «Quella delle compensazioni tariffaria a favore delle popolazioni che subiscono la presenza di impianti energetici, è l’unica strada percorribile dice - se si vuole impostare un rapporto di pari dignità tra Regione Lazio, enti locali ed Enel. Da questo principio non si può derogare, anche in considerazione del fatto che il recente decreto Bersani sull’energia ha aperto la strada a questo tipo di risarcimenti». Secondo Brachetti per non creare disparità, le compensazioni tariffarie vanno estese a tutti i territori gravati da servitù energetiche, e non usate soltanto come forme di pressione per facilitare la realizzazione di nuove centrali.

«La questione delle compensazioni - sottolinea ancora Brachetti - deve essere tra le priorità del confronto in atto sulla riconversione a carbone della centrale di Civitavecchia tra ministero delle Attività produttive, Enel ed enti locali del Lazio». Spicciolo ma ficcante il commento di Rodolfo Gigli, capogruppo regionale Udc: «Per Marrazzo è l’ennesima sconfitta, segno di totale mancanza di cultura di governo».

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