Il ministro rivela la rotta: «A Malpensa c’è nebbia nessuno ci vuole atterrare»

Bianchi boccia l’hub: «Non ha infrastrutture: trovi un ruolo come aeroporto». Il Pirellone: «Il governo dichiara guerra alla Lombardia»

Sabrina Cottone

Non è chiaro se si tratti di un gioco delle parti o di un conflitto insanabile nel centrosinistra, ma alla fine il risultato non cambia. E così per Malpensa e le vie di collegamento continuano le promesse seguite da docce gelate. L’ultima è arrivata dal ministro dei Trasporti, Alessandro Bianchi. «Nessuno vuole atterrare a Malpensa, ha la nebbia tre mesi l’anno e non ha infrastrutture. Deve trovare un suo ruolo come aeroporto» ha sentenziato il professore di Urbanistica entrato al governo in quota Pdci, in sostanza stroncando il futuro (e il presente) di Malpensa come hub. La Regione è in allarme. «Se fosse così, vuol dire che il governo dichiara guerra alla Lombardia» fanno sapere dal Pirellone.
Nello stesso giorno il presidente della Provincia, Filippo Penati, rivela che i lavori della Pedemontana secondo la tabella di marcia partiranno nel 2010. Una data che per altro mostra una buona dose di ottimismo, perché altri calcoli fanno temere che nulla si muoverà prima del 2012. Insomma, il miliardo di euro stanziato in Finanziaria servirebbe poco o nulla a risolvere i problemi delle infrastrutture lombarde e delle strade di collegamento a Malpensa. Come se non bastasse, arriva anche lo stop di Penati alla BreBeMi, la direttisima Milano-Brescia. Una frenata che rischia di rallentare ancora l’opera la cui urgenza è evidente a chiunque si sia mai trovato sulla Milano-Venezia.
L’allarme rosso, comunque, è su Malpensa. Molto preoccupati i sindacati. «Il ricco mercato è quello del Nord Italia, per volume di traffico e per intensità di denaro. Sarebbe davvero deprecabile che Alitalia, attraverso la dismissione, la riduzione di voli da Malpensa, perdesse il ricco mercato del Nord e lo regalasse a qualcun altro» attacca Dario Balotta, segretario regionale Fit-Cisl della Lombardia.
«Le difficoltà non dipendono tanto dallo scalo ma dai problemi che ci sono per arrivarci» aveva detto Romano Prodi in visita a Milano. Sembrava un impegno a cercare di risolvere i problemi, invece è arrivata la circolare interpretativa del ministro dei Trasporti. «Non è possibile - ha spiegato Bianchi a margine del Consiglio dei ministri dei Trasporti a Bruxelles - che Malpensa continui a fare quello che fa Linate, che deve diventare un city-airport». Naturalmente Alitalia dovrà dire la sua: «Sarà il vettore a scegliere l’hub, e non credo che butterà alle ortiche un investimento come Malpensa».

Le simpatie del ministro però sono romane: «È chiaro che Fiumicino è l’aeroporto più grande d’Italia mentre Malpensa deve costruire la terza pista, ha la nebbia per tre mesi l’anno e non ha le infrastrutture che la collegano a Milano. Insomma, non ci vuole atterrare nessuno. E noi dovremo studiare un ruolo per questo aeroporto». Parole che a questo punto suonano quasi come una minaccia.

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