Cronache

«Il ministro Sacconi indaghi sulla sanità ligure»

«Il ministro Sacconi indaghi sulla sanità ligure»

(...) affinché tragedie come questa, che forse si sarebbe potuta evitare con un’adeguata terapia di sostegno, non avvengano più. «Il ministro della Sanità, Maurizio Sacconi, si adoperi per aprire immediatamente un’inchiesta ministeriale sulla tragedia di Genova - chiede Ciangherotti - per verificare le responsabilità istituzionali di quanto accaduto. E il ministro del Lavoro e il ministro delle Pari Opportunità Mara Garfagna, provvedano con urgenza a istituire un capitolo di spesa, nella prossima finanziaria 2010 destinato alla tutela sociale della maternità». Secondo il presidente di Federvita «la sanità genovese è arrivata troppo tardi a rendersi conto che quella donna, senza lavoro e con un bambino appena nato, era sola e aveva bisogno di essere seguita. È grave che sia stato trascurato dalla Asl 3 genovese il fatto che Sabrina era maggiormente a rischio di fragilità puerperale perché orfana di una mamma morta suicida». E continua: «Se la donna fosse stata segnalata ai nostri operatori avremmo certamente attivato il protocollo del caso: in primo luogo il sostegno psicologico e poi quello economico alla mamma e al figlioletto». Il sistema sociale dei nostri giorni aiuta poco la donna, quando invece tradizionalmente, nel passato, la puerpera veniva aiutata dalle donne della famiglia che si prendevano cura di lei soprattutto nei delicatissimi quaranta giorni dopo il parto, quando la neo mamma tra scombussolamenti ormonali e nei ritmi vitali è più fragile. Ciangherotti spiega chiaramente che «Federvita Liguria e gli undici centri di aiuto alla vita sparsi sul territorio ligure non possono da soli provvedere alla tutela sociale della maternità che, per legge 194/78, spetta prima di tutto allo Stato». Ma non è tutto. Ciangherotti lamenta il fatto che gli operatori di Federvita non possano entrare nei reparti di maternità degli ospedali pubblici.

Sul fronte giudiziario, ieri sono emersi i primi risultati dall’autopsia secondo la quale, come prevedibile, la morte sarebbe arrivata per asfissia da strangolamento.

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