Ministro senza meriti

Caro Tommaso

per favore non prenderti meriti che non hai. Se il 2007, come pare, darà risultati positivi in termini di deficit (attorno al 2-2,2%, o anche meglio, contro il 2,4 dell'anno precedente, al netto della sentenza europea sull'Iva automobili che tu hai caricato, forzosamente e furbescamente tutta sul 2006), questo sarà il risultato della buona crescita economica del biennio 2006-2007 (con relativo gettito fiscale in incremento più che proporzionale), nonché, ahimè, dell'aumentata pressione fiscale dopo il 2005 (anno record di minor pressione fiscale al 40,6%), per un totale di 2,4 punti. E non della messa sotto controllo della spesa corrente.
La spesa corrente primaria (al netto degli interessi) rimane, infatti, negli anni del tuo governo ai massimi storici, nonostante la sostenuta crescita del Pil. Pertanto, a buona ragione, il tuo governo viene condannato dalla stragrande maggioranza degli italiani per aver messo più tasse, e per non aver ridotto la spesa, nonostante, appunto, la buona congiuntura. Ecco, questa la tua vera colpa: non aver sfruttato la ripresa e il relativo incremento di gettito fiscale per ridurre tasse e deficit, come era assolutamente possibile. Invece hai aumentato le tasse, e hai mantenuto la spesa a livello record.
E adesso, se hai un po' di tempo, leggi queste altre precisazioni. Nella tua lettera al Messaggero di ieri, infatti, sembri giocare con le date e con i numeri: compari il quinquennio 2000-2005, in cui a tuo dire si è «disfatto», agli anni 2006-2007 in cui, sempre a tuo dire, «si è fatto».
Prima di entrare nel merito dei numeri, occorre farti rilevare (ma la cosa è banale) come il 2000, ma anche il 2001 siano anni di totale competenza, in termini di politica economica e fiscale, del primo governo di centro-sinistra (Prodi, D'Alema, Amato), e che il 2005 non sia l'anno finale di competenza del governo Berlusconi, che è stato invece il 2006 (con le sue luci, il deficit virtuoso al 2,4%, e le sue ombre, con l'aumentata, nonostante l'anno elettorale, pressione fiscale).
Una corretta comparazione, riguardo la spesa corrente primaria tra i due periodi, con il 2000-2005 e il 2006-2007, avrebbe, inoltre, dovuto tener conto del fatto, non a te ignoto, che la spesa corrente tende ad essere dinamicamente rigida e, quindi, tende ad accentuarsi nei suoi rapporti col Pil nei periodi di bassa crescita (più welfare, più cassa integrazione, più ammortizzatori sociali) e viceversa. L'anno record di spesa corrente, il 2005, come tu dici, vede, te lo ricordo, una crescita del Pil allo 0,1%!, mentre stipendi pubblici, sanità e tutte le altre voci della spesa corrente hanno avuto dinamiche ovviamente superiori. E questo vale anche negli anni precedenti, poco generosi quanto a crescita...
Pertanto è del tutto comprensibile l'andamento in crescita (in valore assoluto e in rapporto al Pil) della spesa corrente negli anni della stagnazione, mentre è meno comprensibile l'eufemismo che tu usi rispetto al 2006 «smette di salire» (inchiodata al 40%, al netto degli interessi), in quanto nel 2006 la spesa corrente continua a mantenersi al massimo storico, nonostante la ripresa in atto da fine 2005, e con un Pil attorno all’1,9% nel 2006.
Nel 2007, poi, secondo i dati della tua Relazione Previsionale e Programmatica dello scorso settembre, la spesa corrente, al netto degli interessi, sul Pil è prevista diminuire di un paio di decimali, mentre la spesa corrente totale (quindi al lordo degli interessi passivi) aumenta a causa dell'aumento del servizio del debito di almeno 2 decimali, e nonostante il Pil sia andato ancora bene (per il secondo anno consecutivo) con valori di crescita di poco inferiori al 2%. Di cosa ci sia da vantarsi, in termini di spesa corrente, per il biennio 2006-2007 non è dato sapere!
Ne deriva e lo ripetiamo, che il buon andamento del deficit 2007 è tutto figlio delle maggiori entrate legate alla crescita (il gettito fiscale, in ragione della progressività delle imposte, ha coefficienti di reazione superiori all'unità rispetto all'andamento del Pil nominale), e dell'aumento della pressione fiscale del biennio successivo al 2005 (pressione fiscale nel 2005 al 40,6%, e nel 2007 al 43%), e non della riduzione, come abbiamo visto, insignificante della spesa corrente primaria che continua a correre come il Pil.
In estrema sintesi, caro Tommaso, hai tenuto il deficit alto, mentre potevi quasi azzerarlo, come hanno fatto in Germania; hai tenuto la spesa corrente ai massimi storici, mentre potevi diminuirla sensibilmente rispetto al Pil; hai aumentato la pressione fiscale, mentre potevi riportarla ai livelli virtuosi del 2005. Questo gli italiani lo hanno capito benissimo, come hanno capito che tu e il governo Prodi avete sprecato una grande occasione per avere più crescita, meno tasse, più redditi.

E a poco servono le lacrime di coccodrillo di queste prime settimane 2008 sul potere d'acquisto del lavoro dipendente, sul taglio delle tasse, sugli sprechi. Non potevate pensarci prima, a partire da quell'estate 2006 in cui promettevate sangue, sudore e lacrime? Per tutte queste ragioni, caro Tommaso, non sarebbe il caso di scendere da cavallo?
Renato Brunetta

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