(...) Le nomine dei mini assessori allaria, ai trentenni e alle ville del ponente, per quanto i delegati lavorino «a costo zero» non coincidono propriamente con gli annunci dei tagli dei costi della politica. Le votazioni dei revisori dei conti Asef spacciate per nomine, i ripensamenti, gli imbarazzi in aula, sarebbero giustificabili con linesperienza, se non fosse che il centrosinistra schiera politici di lungo corso a partire dallonnipresente Vincenzi. Anzi, semmai sono stati proprio loro a sfruttare leffetto primi giorni di scuola di molti esordienti, tutti però accomodati sulle poltroncine dellopposizione. Se la maggioranza non è andata incontro alla prima rovinosa caduta lo deve proprio a diversi consiglieri che non hanno seguito lesempio dei colleghi di Forza Italia: se tutti avessero lasciato laula per protesta, il numero legale non ci sarebbe più stato e le pratiche della Vincenzi, comprese quelle imbarazzanti e contestate sullAsef, sarebbero tornate nei cassetti. E non si può neppure leggere la scelta di restare in Sala rossa come chissà quale voglia di inciucio, che confermi i sospetti legati alla nomina di Enrico Musso come presidente della Commissione Bilancio o di Giuseppe Murolo di An agli Affari Istituzionali. Nessuna divisione. Magari, questo sì, lopposizione avrebbe bisogno di qualche ora di studio in più prima di entrare in aula. Una ripassatina, anche dellultima ora la mattina, fatta tutti insieme, per studiare strategie comuni. Cercasi leader e leadership, insomma. Qualcuno che guidi vecchi e nuovi per ununica strada, piuttosto anche sbagliata talvolta, ma unica. Comera il 26 maggio, alla vigilia del voto.
Con lo spirito che ha portato per la prima volta il centrodestra a un pelo dalla vittoria a Genova. Ci sono cinque anni per togliere quel pelo. Ci sono anche gli uomini. Se non per un partito unico, almeno per unopposizione unica.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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