Minori: sono un milione e mezzo i figli di separati e divorziati

Da dieci anni fenomeno in aumento, cresce anche il numero delle separazioni di coppie miste. Il sottosegretario alla Giustizia Elisabetta Alberti Casellati: "Serve un Tribunale della famiglia con magistrati specializzati"

Minori: sono un milione e mezzo 
i figli di separati e divorziati

Roma - "Nel 2005 sono stati circa 150.000 i figli coinvolti nella crisi coniugale dei propri genitori sfociata in separazioni e divorzi. 2 su 3 sono minori, nel caso delle separazioni (meno delle metà, nei divorzi, quando l’età anagrafica sale). Si stima che circa 1.5 milioni di bambini si trovino oggi nella condizione di figli di genitori separati o divorziati". Sono alcuni dei dati di maggior rilievo citati dal sottosegretario alla Giustizia, Elisabetta Casellati, nell’ intervento, a Brescia, del congresso nazionale dei magistrati per i minori e la famiglia.

Stando alle rilevazioni Istat, mentre nel 1995 su 1.000 matrimoni si verificavano circa 158 separazioni e 80 divorzi, dieci anni dopo le proporzioni sono cresciute a 272 separazioni e a 151 divorzi ogni mille matrimoni. "Particolare rilevanza sociale - ha sottolineato Casellati - la crisi coniugale fra fra persone di diversa cittadinanza. Nel 2005 sono state pronunciate 7.536 separazioni di coppie miste, contro 4.266 nell’anno 2000, con un incremento del 76,7%". In buona sostanza, ha rilevato il sottosegretario - «emerge una preoccupante crisi dove vecchi fattori di disgregazione sembrano sommarsi a nuovi: e se, sempre più spesso, da quella che è la somma di due solitudini non riesce a nascere un’unione durevole, è sempre la nascita dei figli a costituire fonte di particolare preoccupazione».

"Serve un tribunale per la famiglia" Dopo 74 anni il tribunale dei minori ha fatto il suo tempo; oggi la società è cambiata profondamente: serve dunque un "tribunale della famiglia come strada ideale, per andare incontro ai problemi della famiglia e dei minori. Soprattutto dei minori". Questo il passaggio principale dell’ intervento del sottosegretario alla Giustizia Elisabetta Alberti Casellati. Il sottosegretario ha sottolineato che dalla sua istituzione il Tribunale dei minorenni, nato 1934 come risposta ai problemi di smottamento sociale, conseguenti alla sempre più marcata industrializzazione del Paese ed alla urbanizzazione, "ha fornito uno straordinario contributo sociale e civile". Ma oggi "si stanno delineando nuove questioni in tema di famiglia, in cui è inevitabile una nuova sensibilità per tutto ciò che attiene ai minori e ai loro diritti e che deve trovare un quadro di riferimento, non solo giudiziario, capace di assistere e promuovere i diritti della famiglia come dei suoi componenti, con particolare attenzione ai bambini e agli adolescenti". "«È sempre più necessario - ha spiegato - agire affinchè il centro di riferimento della famiglia, anche e non solo per i profili di giustizia, sia fornito della necessaria specializzazione. A questi bisogni risponde la riunificazione delle competenze in materia minorile e familiare in un nuovo organismo, ossia il Tribunale della Famiglia, istituto di cui già negli anni Settanta, in concomitanza con la riscrittura del diritto di famiglia, si dibatteva. Prevedere magistrati che si occupino esclusivamente di questi argomenti è un’evidente garanzia per l’acquisizione di una competenza specifica».

La Casellati ha detto che su questo tema "l’idea è aperta a tutti i contributi fattivi: si può pensare ad un’interazione con gli interventi sull’abitazione, sui servizi per l’infanzia, al sostegno economico e fiscale», sottolineando che lo Stato deve "guardare con attenzione e con cautela, essere disponibile e presente, non interventista e pervasivo". La stessa denominazione di Tribunale della Famiglia potrebbe essere ripensata «perchè non evochi il Tribunale che giudica la famiglia e di fronte al quale la famiglia, con la sua crisi o le sue difficoltà, siede, in apprensione.

Il Tribunale per la famiglia potrebbe essere l’ambiente più adatto per far ripartire un altro grande progetto: la soppressione degli aggettivi per i figli, nati fuori o dentro il matrimonio, naturali, legittimi, adottati. I figli sono figli e basta".

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