«Il mio Gregory era abbandonato Con noi è felice»

Il ragazzino, di origine russa, è stato accolto da Patrizia Pellegrino quando aveva tre anni. «Gli abbiamo offerto un mondo di amore»

da Milano

Un bambino perso solo dopo 6 giorni dal parto. «Un dolore tremendo e un vuoto enorme da colmare. È da quel momento che abbiamo iniziato a pensare all’adozione. Un bambino sfortunato a cui dare un mondo di amore». È così che Patrizia Pellegrino, impegnata al teatro Manzoni di Roma con la commedia Sesso e gelosia con Carlo Alighiero, racconta il lungo e complicato percorso affrontato per avere Gregory, un bambino di San Pietroburgo che oggi ha 15 anni.
In un mondo in cui si ricorre a mille cure mediche per concepire un figlio, moltissime coppie scelgono di diventare genitori di bambini già nati ma abbandonati. È il 1994 e l’iter burocratico è complicatissimo. Parte la richiesta di adozione, decine di carte per l’idoneità, il primo passo per essere considerati una coppia adatta. Incontri con psicologi, assistenti sociali, analisi del sangue. Risulta tutto in regola ma c’è chi la mette in guardia: in Italia bambini disponibili non ce ne sono. E se ce ne sono bisogna aspettare anni. L’idoneità dura due anni e poi c’è il problema dell’età, le coppie giovani hanno più possibilità. «Poi sulla mia strada, quasi per caso o per destino, incontro Anna Torre, la presidente dell’associazione Ariete di Napoli, che si occupa di adozioni internazionali. Mi racconta della sua esperienza, l’adozione di una bambina russa che oggi ha 18 anni». È la strada giusta. «Dopo sei mesi mi arriva a casa una foto del mio bambino». Gregory ha 3 anni e mezzo e pesa solo sette chili, ha un occhio aperto e uno chiuso e pochissimi capelli. «Partiamo per San Pietroburgo appena ce lo permettono, dopo due mesi». L’orfanotrofio è in periferia, un posto orrendo, grigio, abbandonato, solo due o tre persone per tutti quei bambini. Una quindicina di bimbi piccolissimi piangono nelle culle senza nessuno che li prenda in braccio, un altro gruppetto di bambini più grandi dove c’è anche Gregory, più in là i bambini più grandicelli di 10, 12 anni.
«Appena entri e vedi tutti quei bambini abbandonati ti viene voglia di portarteli via tutti per offrirgli una vita nuova. Potevamo vedere Gregory solo per un paio di ore al giorno. Nel frattempo compiliamo tutti i documenti necessari. Dopo una settimana partiamo per tornare a Napoli. Gregory è con noi». Alle spalle una Russia che non ha spazio per i bambini difficili. Lui, che presenta troppe complicazioni, una mamma alcolizzata morta subito dopo aver partorito, possibili problemi psicologici, piccolo, denutrito, troppo debole, troppo esposto a possibili handicap fisici. «Quelli sani e più belli - spiega la Pellegrino - il Paese se li tiene e non li dà in adozione, ma questo non succede solo in Russia, ma in ogni Paese del mondo».
«Gregory ha fatto un cambiamento incredibile, in 6 mesi è come rinato.

Ha bisogno di più affetto rispetto agli altri bambini. Oggi è un ragazzo forte, tutto muscoli, ha 15 anni, è bellissimo ed è felice». Gregory vive con i genitori adottivi e con i figli che Patrizia ha avuto dopo il suo arrivo.

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