«Mio marito investito da un cocainomane»

«Il governo faccia qualcosa. Impedisca a questi drogati di circolare per le strade. Mi hanno distrutto la famiglia, mio marito è morto e io sono senza futuro. Non ho più il mio affetto più grande, non ho più un aiuto economico. Sono disperata».

Ignazia Miceli, 52 anni, è siciliana. Ha lasciato la sua terra di origine per stare con Vittorio, per sposarsi con lui e vivere insieme a Voghera, nell’Oltrepò. Ora Ignazia non ha più nulla.

«A volte stento a crederci. Mi sembra di vivere un incubo. I poliziotti che suonano all'ora di pranzo del 13 agosto alla mia porta. Mi dicono che mio marito è morto sul colpo. In un incidente stradale. Per colpa di un drogato a cui avevano già tolto la patente otto anni fa».

Guidava senza patente?

«Era un cocainomane, almeno così mi ha detto il magistrato. Ma guidava l'auto indisturbato. Ha solo 39 anni e non si è fatto neppure un graffio nell’incidente».

Invece suo marito?

«È morto sul colpo. Gli è arrivato il faccia un palo della luce. Quell’uomo arrivava a una velocità folle e ha tamponato l’auto di mio marito che è andato a sbattere contro un cancello. Il palo gli è finito sulla faccia. Il suo amico, in auto con lui, ha solo 44 anni, ed è ancora in coma, non si risveglia».

Suo marito dove si stava recando la mattina dell’incidente?

«Faceva il giardiniere. Lui era operaio in uno zuccherificio che ha chiuso due anni fa e si arrangiava con dei lavoretti».

E lei lavora?

«No.

Gestivo un negozio in Sicilia, poi mi sono trasferita a Voghera e mi sono sposata con Vittorio. Eravamo felici, poveri ma felici».

E ora come se la cava?

«Non ho pensione e non ho un lavoro. Ho chiesto aiuto ai servizi sociali di Voghera ma non mi hanno dato nessuna risposta».

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