Lo scrivente è figlio del defunto Giuseppe Favale, mio padre. mio padre - in prossimità degli eventi bellici – acquistò un certo numero di macchine per scremare in (destinate ai numerosi caseifici della provincia di Bari). Poiché Gioia del Colle ha ed aveva un campo d’aviazione e nel presumibile obiettivo straniero, ci trasferimmo temporaneamente a Mottola (TA). Dette scrematrici furono “appoggiate” ad un recapito reperito da tale V.D.B.
Dopo l’armistizio mio padre richiese – nel 1946 - che tali scrematrici fossero a lui consegnate in quanto da lui acquistate prima della guerra (pagando l’eventuale affitto dei locali utilizzati per il deposito). Il Sig. D.B asserì di averle appoggiate presso una sua parente a San Mauro Pasqua (PE) ma la medesima risultava irreperibile. Il mio defunto padre promosso una giudizio che tra atti, appelli, giudizi e perizie approdò nel 1947 alla Cassazione. Tale Corte emise un verdetto di condanna a cui il D.B – per varie vicende, si oppose. Nuovo ricorso alla Corte e nuova sentenza che diventò, finalmente, esecutiva nel 1967.
Mio padre nel frattempo era passato a miglior vita ed il sottoscritto – su consiglio del legale – accettò l’offerta di una minima parte di quanto deliberato dalla Corte per la minaccia del Sig. D.B di ricorrere alla Corte.Questa è giustizia?
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