«Il mio Sanremo appassionante con una gara vera tra i cantanti»

Roma«Perbacco che aspettative!». E non è solo la conferenza stampa anticipata, il plotone di giornalisti che l'affolla, le decine di domande che s'accavallano, a sbalordire Paolo Bonolis. È quel che tutti si aspettano da lui. A cominciare dal direttore di Raiuno, Del Noce: «Inutile nasconderlo. L'ultima edizione di Sanremo ha registrato una preoccupante flessione. Urge un rilancio del festival. E chi meglio di Bonolis, che già con Affari tuoi rilanciò tutta Raiuno?». Con quali aspettative d'ascolto? «Ci basta superare l'ultima edizione, la peggiore di tutte. E magari pareggiare il successo della migliore: quella del 2005, già firmata Bonolis».
Salvatore della Patria Canora, il generale Bonolis ha predisposto per la battaglia di Sanremo (in campo dal 17 al 21 febbraio 2009) un piano d'attacco in cinque punti. Punto primo: «Il ritorno della gara. Che c'è sempre stata, ma variamente mimetizzata o sottaciuta, mentre qui tornerà spietata, prevedendo che tre dei quindici Artisti di fama in competizione potranno già essere eliminati dopo la prima serata. La gara terrà lontani i cantanti più grandi? Intanto ci saranno dei ripescaggi. E poi quelli latitano già da quando la competizione era morbida. Mentre la gara è il modo migliore per godersi le canzoni: non verranno più ascoltate con disattenzione. E di quelle eliminate ci si chiederà maggiormente il perché. Risultato: un festival più avvincente». Punto secondo: «Ogni canzone avrà una sua regia personalizzata. Basta con le solite inquadrature - totalino, primo piano dei fiori, primo piano della faccia del cantante eccetera - vogliamo che i brani siano visti, oltreché ascoltati». Punto terzo: «Una serata special», per riportare a Sanremo i grossi artisti, quelli che mancano da tanto: li abbineremo alle otto nuove Proposte, che riproporranno le proprie canzoni in duetto con loro». Punto quarto: «L'utilizzo del Web. Per la prima volta Sanremo si sposta in rete: sul sito del festival si potranno ascoltare - e votare - cento nuovi cantanti, selezionandone infine uno che potrà esibirsi sul palco. Inoltre Radiodue le proporrà già da una settimana prima dell'inizio del festival; in modo che, arrivando sul palco, non suonino del tutto ignote». Punto quinto: «Le giurie. Che per le prime due serate saranno demoscopiche, ma sistemate in sala (perché vogliamo che conti solo la musica, e non la regia di cui la dotiamo noi) e poi diverranno popolari col televoto. La giuria di qualità, invece, ricca magari di nomi famosi ma di scarsa competenza, sarà costituita da professori d'orchestra».
In scena, accanto a lui, ci saranno «cinque donne diverse, una a serata, scelte fra note e meno note. Nomi naturalmente ancora top-secret». Gli ospiti non saranno molti: «perché ne preferisco pochi ma con una ragion d'essere. E sempre coinvolti in performances». Si parla di Angelina Jolie, «che è già stata contattata» e di Roberto Benigni; «anche se con lui non ne ho ancora parlato. Ma so che è impegnatissimo». A chi sperava che, almeno per quest'edizione, il brodo non venisse allungato per cinque serate, Bonolis ammicca: «Le serate sono cinque perché è la convenzione col Comune di Sanremo, che lo esige. Lo so che tanti sbuffano “Sono troppe!”. Ma anche una serata sola può essere una rottura di scatole, se non è fatta bene. Noi invece avremo un'unica trama, che si dipanerà in cinque puntate. Questo contribuirà a mantenere alta la tensione». Concludendo: «Vorrei un festival appassionante, divertente, agile, ma anche interessante ed elegante». La più coraggiosa delle novità dell'edizione 2005 (che - Bonolis stesso lo sa bene - rimarrà la sua personale pietra di paragone) verrà replicata in questa: «Allora accendemmo i riflettori sul Darfur, promuovendo la costruzione di un ospedale. Stavolta parleremo dell'assistenza domiciliare ai bambini italiani gravemente malati». E se dovesse andar male? «Penso a Baudo. Anche a lui è andata male, l'anno scorso; ma dopo innumerevoli edizioni di successo. Non si può riuscire sempre».
A margine, però, c'è un problema, che si trascina da quest’estate, quando è scaduto il contratto con Mediaset (che aveva una opzione per essere rinnovato per altri due anni). Finito Sanremo, Bonolis tornerà in Mediaset (che ha dichiarato di avere esercitato l'opzione su di lui, e di averlo quindi solo «prestato» alla Rai) o resterà invece a viale Mazzini? «Io lavoro solo a progetto, non sono più legato in esclusiva ad una rete - ribadisce lui come già fatto negli ultimi mesi -. Dunque non ho più nessun contratto, e nessun legame, con Mediaset».

Specifica il manager di Paolo Bonolis, Lucio Presta: «A miglior precisazione, ribadisco che l’opzione con Mediaset è assolutamente superata e che appena terminato il Festival il futuro di Paolo Bonolis si deciderà e verrà comunicato sia riguardo a progetti di cui discuteremo con Mediaset sia di progetti che potrebbero nascere con Rai o con altri».

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