Londra Fino a quattro anni fa la sua vita era un ciclo senza fine di farmaci, lunghe degenze ospedaliere e l'incertezza a causa di una grave cardiopatia da cui era affetta dalla nascita. Un'esistenza in bilico, resa possibile dalla presenza di due cuori nel torace. Uno, il suo, malato. Il secondo, trapiantato, indispensabile per sostenere e non far affaticare il muscolo originario. Oggi Hannah Clark, che ha appena compiuto 16 anni e di cuore è tornata ad averne uno solo, vive la vita di qualsiasi suo coetaneo. Gioca con il suo cane, corre e fa shopping con le amiche.
Un miracolo scientifico, il suo. Perché Hannah è la prima paziente cardiopatica guarita dalla sua terribile patologia dopo aver subito un trapianto cardiaco, in seguito rimosso. In Gran Bretagna non si era mai visto nulla di simile, nel mondo neanche, come ha sancito il saggio pubblicato dall’autorevole magazine scientifico Lancet. Nata con una rara forma di cardiomiopatia (una sindrome che colpisce un bambino su 100mila), Hannah - originaria di Mountain Ash, una cittadina non distante da Cardiff – aveva solo due anni quando è stata costretta a sottoporsi a un trapianto cardiaco eterotopico. Un intervento chirurgico storico, all'epoca pionieristico, eseguito nel 1995 da Sir Magdi Yacoub. Per dieci anni e mezzo la bambina gallese ha vissuto con due cuori, nonostante solo da quello donato dipendesse la sua sopravvivenza. Il nuovo cuore era infatti in grado di fare quasi tutto il lavoro necessario per pompare il sangue nell'organismo, permettendo al muscolo cardiaco originario un riposo decennale. Al compimento del 12° anno però sono subentrate le prime complicazioni. Problemi legati ai farmaci immunosoppressori necessari ogni giorno per evitare il rigetto del cuore trapiantato. Un cocktail di 17 medicinali che ha ridotto progressivamente «la guardia» del sistema immunitario, fino ad esporre la bambina a un tumore maligno. Nonostante diversi cicli di chemioterapia, e una costante riduzione degli immunosoppressori, nel febbraio 2006 i medici sono stati costretti a rimuovere il cuore trapiantato. Il rischio di morte era troppo elevato. Così come d’altronde le incognite sul futuro di Hannah. Mai nessun paziente era sopravvissuto ad una simile procedura. Sorprendentemente però il cuore della bambina gallese, pur debolmente, ha subito ripreso a funzionare. E dopo tre anni e mezzo gli specialisti del Great Ormond Street Hospital di Londra ne hanno certificato l’avvenuta guarigione. Nel frattempo il suo cuore trapiantato, il secondo, è servito ad aiutare qualcun altro.
Ancora oggi suo padre Paul, che non ha mai perso la speranza, ricorda i momenti più drammatici del calvario vissuti dalla figlia. «Un giorno ci chiamarono per informarci che Hannah aveva un tumore che rischiava di danneggiare il midollo spinale e stava comprimendo il cervello. Un’infermiera ci disse che le restavano solo 12 ore di vita. Risposi: “Voi credete a quello che volete, io credo in quel che credo”. Per qualche misteriosa ragione, il giorno dopo Hannah stava bene». Altrettanto sorpreso, non meno che felice, Sir Yacoub per la risposta «magica» del cuore della piccola Clark: «Non ci aspettavamo che recuperasse così, ma quando ha iniziato a farlo siamo stati assolutamente entusiasti. Un cuore che non si contraeva ora funziona normalmente. Questo mostra le possibilità di recupero del muscolo cardiaco». La famiglia Clark è ora impegnata in prima fila nelle campagne governative per la donazione degli organi. E Hannah è tornata alla quotidianità di ogni ragazzina. Spensierata e imbarazzata quando si tratta di rispondere alle domande dei giornalisti che le chiedono quanto sia stato speciale «tornare a vivere». «Non so cosa dire».
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