Miracolo a Lourdes: Hushovd domina una tappa di montagna

LourdesShow di Hushovd. Magari non si può gridare al miracolo, perché il campione del mondo norvegese è atleta capace di risultati roboanti. Ma qui al Tour Thor Hushovd si sta davvero superando, tanto da incantare la platea del ciclismo mondiale, con la sua condotta di gara spregiudicata, potente e imprevedibile.
Vince in perfetta solitudine al termine di una gara dura e selettiva, corsa tutta all'attacco. Alla faccia dei Pirenei, alla faccia dell'Aubisque da scalare: «È a 40 chilometri dal traguardo? Allora io ci provo», confiderà nella riunione del mattino il norvegese.
Un campione del mondo a Lourdes. All'attacco dopo pochi chilometri con altri nove temerari. Tra questi c'è anche il campione triste Alessandro Petacchi, che in questo Tour è più triste del solito e alla fine sarà comunque buon ottavo. Lungo l'ascesa dell'Aubisque il gruppetto dei fuggitivi si sfalda, ma Hushovd resta là, davanti a tutti, a lottare come un toro. Niente da fare per i francesi Moncoutie e Roy, Hushovd lascia fare e nel finale fa quello che vuole, lasciandoli entrambi alle sue spalle. Thomas Voeckler addolcisce la sconfitta francese, tenendo la maglia gialla per il quinto giorno consecutivo (dieci giorni nel 2004).
Oggi terza tappa pirenaica con arrivo in salita al Plateau de Beille, dove nel '98 a vincere fu un certo Marco Pantani che poi trionfò a Parigi. Oggi chi vuole vincere il Tour de France deve proseguire la propria opera di demolizione al morale di Alberto Contador, il quale da alcuni giorni soffre per via di un dolore al ginocchio sinistro che lo condiziona notevolmente. Andy e Frank Schleck, se vogliono sognare in grande, lo devono attaccare a fondo e lo stesso devono fare i nostri Ivan Basso e Damiano Cunego, quinto e sesto della generale, entrambi davanti allo spagnolo, ma non ancora ad una distanza tale per potersi considerare sicuri.


L'unico che può giocare a difendersi è l'australiano Cadel Evans, uno che va forte in salita e a differenza degli Schleck, di Basso e Cunego va molto più forte di loro a cronometro (prima di Parigi ci sono 43 km a Grenoble). Certo, anche Evans deve fare qualcosa per mettere tra se e Contador un bel gruzzoletto di minuti.

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