Miracolo: rifiuti spariti (dai giornali)

Lo scandalo di Napoli disturba: via dalle prime pagine. E Napolitano bacchetta la Ue: troppa attenzione

De Gennaro il miracolo l’ha già fatto: ha fatto sparire la spazzatura perlomeno dai giornali, l’ha incenerita e riciclata e differenziata in notizie di ordinaria nettezza da gestire nelle consuete pagine interne, l’ha stipata e pressata nell’immensa discarica degli annunci all’italiana: come se il noto decisionista Romano Prodi avesse davvero già mantenuto la promessa di trovare la sua «soluzione radicale», come se il trasversale e taumaturgico De Gennaro non avesse appena fatto in tempo forse a scaldarla, quella poltrona da cui dovrà rimediare a un’emergenza cominciata nel 1994 e finita mai, semplicemente esplosa.

Il fatto è che non è cambiato nulla, nulla davvero: ieri l’Ansa spiegava che gli incendi erano calati solo per la pioggia, perché a Napoli finalmente piove, governatore Bassolino: epperò le tonnellate di spazzatura non risultavano calate e neanche uguali a prima, erano aumentate a 7mila tonnellate, diceva l’Ansa. Citiamo l’Ansa perché è l’agenzia che tutti i giornali leggono di sicuro, quella che ieri pure citava i Vigili del fuoco secondo i quali la situazione tornerà drammatica appena semplicemente smetterà di piovere, il che a Napoli capita spesso: «Le zone maggiormente colpite sono le perife
rie e i vicoli del centro storico di Napoli», si leggeva.

Sino a pochi giorni fa potevamo leggere anche di autentiche rivolte organizzate, poliziotti picchiati, pullman incendiati, e la chiara mano della camorra in uno scenario da guerra civile: eppure il Capo dello Stato Giorgio Napolitano, dalla Slovenia, ieri ha fatto sapere che l’emergenza rifiuti «ha preso un rilievo al di là di ogni giusta misura», soprattutto per quanto riguarda il rilievo mediatico che ha avuto nella stampa di tutta Europa. Cioè. La misura è stata superata sui giornali, non a Napoli. Tutte cose che fanno male «all’immagine internazionale dell’Italia», dice Napolitano, sottintendendo quella Commissione Europea che ha aperto una procedura di accertamento nei confronti del nostro Paese, poffarbacco: una congiura cui forse hanno preso parte migliaia di napoletani, vi è da presumere. E i giornali, certo, anche se ora sono appunto spariti: dov’è finita la spazzatura, l’emergenza dell’emergenza, gli inviati sepolti nel pattume tra i quali era spuntato addirittura un rinverdito Ezio Mauro, il direttore di Repubblica? E dire che ieri Repubblica qualcosa in prima pagina l’aveva: una spallina su una colonna («Rifiuti, ora l'allarme è per il cibo in tavola») con un commento di Giovanni Valentini in difesa dell'operato dei Verdi.

Ma il Corriere della Sera? Solo quattro giorni fa in prima pagina titolava «’A nuttata che non passa», e però forse è passata, perché in prima pagina non c’è più nulla. Ora: non ci si tratti come ingenui di primo pelo, lo sappiamo bene come funzionano i giornali e che i fuochi di paglia sono il nostro pane: ma qui i fuochi sono veri, non si tratta d’inventarsi colonne di piombo perché cronaca e notizie sonnecchiano. Quali sarebbero le notizie che hanno meritato di sotterrare un’emergenza meramente immutata? Le lacrime di Hillary Clinton? L’ennesima contro-contro-contro-replica e dichiarazione sull’ottantesima variante di proposta di riforma elettorale, fosse stata pure per bocca di Silvio Berlusconi? Forse il gol di Pato? L’accordo dell’Eni nel Kashagan? L’imprescindibile pezzo sul Paraguay di Maurizio Chierici su l’Unità?

Ecco, l’Unità: ieri in prima pagina la spazzatura campeggiava, ma si parlava praticamente solo di Soru e di Sardegna, con la specifica che «a Napoli c’è ancora molta spazzatura per le strade». Sì, ed è più di prima, ma è un dettaglio. Solo il 9 gennaio scorso il direttore Antonio Padellaro, con onestà, scriveva nel suo editoriale che «non vogliamo più, ministro Pecoraro Scanio, che i Verdi si distinguano solo per i loro veti», dunque «smettiamola di scaricare altrove gli errori e i fallimenti che ci appartengono». Questo dopo aver precisato che «ci sarà tempo e modo per riflettere sulle cause più profonde di quanto accaduto». Sì. Ma che tempo, che modo? «Sulla reale efficacia delle misure annunciate da Prodi, si vedrà».

Sì, ma quando? Abbiamo liquidato il presente perché noi giornalisti ci annoiavamo? Il richiamo del Mattarellum-Porcellum-Veltronellum con soglia di sbarramento e scappellamento a destra era troppo forte? L’annuncio della soluzione è la soluzione? Il manovratore può tornare a recitare che tutto va bene?

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