Cinema

Le miserie degli anni '20 amare anche al cinema

Un Natale con il sapore di una resa di conti in famiglia. Un ferragosto al calor bianco

Le miserie degli anni '20 amare anche al cinema

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Un Natale con il sapore di una resa di conti in famiglia. Un ferragosto al calor bianco. Un halloween amaro. Un primo maggio funesto e chi lo scampa è tutt'altro che lesto. Sono I peggiori giorni, seconda atipica puntata del precedente I migliori giorni, più banale del suo seguito che invece attualizza alcuni dei problemi di questi discutibili anni Venti. E allora se un anziano padre (Renato Carpentieri) accampa la falsa necessità di un trapianto di rene che uno dei tre figli (Anna Foglietta, Edoardo Leo e Massimiliano Bruno) dovrebbe offrirsi di donare per amor filiale scoprendo che i tre non hanno cuore ma solo reciproci interessi, altrettanto drammatico è il confronto tra due coppie i cui rispettivi eredi dell'una sono sospettati di aver abusato della coetanea, figlia dell'altro nucleo familiare. Insomma un pastrocchio che però purtroppo riempie le cronache e ora sbarca anche sul grande schermo.

Alla stessa stregua il tema del lavoro in un primo maggio delirante in cui un ex dipendente (Giuseppe Battiston) vuole uccidere il «padrone» (Fabrizio Bentivoglio) deciso a suicidarsi. E triste è anche la vendetta di un uomo (Giovanni Storti) ai danni di un amico di gioventù (Rocco Papaleo) che gli aveva rubato la fidanzata, sposandola. Quattro episodi che potrebbero spuntare dietro l'angolo di ogni via e di ogni città, ben raccontati dai registi che si sono divisi il lavoro come nel capitolo iniziale, totalmente indipendente dal suo sequel. Non si ride perché non c'è niente da ridere nonostante il cast sia specializzato in comicità. E questo può disorientare lo spettatore che assiste però a quattro episodi ben fatti, ben costruiti e legati ai giorni nostri che non sappiamo se siano migliori o peggiori di altri ma conosciamo bene quante inquietudini riservino, facendoci dubitare del tanto sospirato progresso del quale ci riteniamo frettolosamente protagonisti o artefici.

Il ritratto, duro e severo, che esce proprio a Ferragosto invita a riflettere sulle complessità cui registi e caratteristi danno precisa fisionomia.

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