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Mister Bulgari: «Vip e preziosi d’élite Così il nostro successo non finisce mai»

Il pezzo più prezioso è un collier di diamanti valutato 20 milioni di dollari, una cifra da capogiro. Quello più amato dalla legittima proprietaria è il regalo di fidanzamento che Richard Burton fece a Liz Taylor nel 1962: un pendente-spilla con al centro lo smeraldo da 18,61 carati incastonato tra innumerevoli brillanti a goccia. C’è poi l’anello da mignolo con solitario da 26 carati appartenuto ad Anna Magnani, gli orecchini preferiti dalla principessa Soraya, la stupefacente collana con 241 carati di diamanti grezzi sfoggiata nel 2002 da Nicole Kidman alla notte degli Oscar e alcuni oggetti d’argenteria creati tra la fine dell’800 e i primi anni del secolo scorso dal fondatore del marchio. Sotirio Bulgari arrivò a Roma da Kallarytes, un paesino greco di montagna ai confini dell’Albania. Nel 1884 aprì un negozio in via Sistina, il primo di tanti. Oggi Bulgari vanta 264 boutique monomarca nel mondo (di queste 164 appartengono alla società quotata alla Borsa di Milano dal 1995), circa 4mila dipendenti e nel 2008 ha fatturato 1,075 miliardi di euro. Basterebbe questo per festeggiare 125 anni di storia con la mostra-evento che sarà inaugurata domani al Palazzo delle Esposizioni di Roma e che ha per titolo «Bulgari tra eternità e storia, 1884-2009, 125 anni di gioielli italiani». Nelle otto sale protette da eccezionali misure di sicurezza saranno esposti fino al prossimo 13 settembre 500 pezzi d’incredibile valore tra cui i 16 gioielli prestati da Liz Taylor al gioielliere. All’inaugurazione sono attesi 1300 invitati, ma è già scattata da tempo la caccia all’invito per la cena di gala allestita a Castel Sant’Angelo per 600 vip tra cui Jessica Alba, Alain Delon, Valeria Golino e Riccardo Scamarcio. Nel frattempo le Poste italiane hanno emesso un francobollo commemorativo, ma intanto il primo trimestre del 2009 si è chiuso con una perdita netta di 29,3 milioni rispetto all’utile di 22,8 milioni registrato da Bulgari nello stesso periodo un anno fa. «In compenso nel mese di aprile nei negozi di proprietà abbiamo registrato un aumento delle vendite nell’alta gioielleria del 5, 10 per cento a cambi correnti» afferma Francesco Trapani, 52 anni, da 25 amministratore delegato della società. Comincia così un serrato botta e risposta sul lusso al tempo del low cost.
Di solito si festeggiano le cifre tonde, e poi era il caso di farlo visti i tempi che corrono?
«Perché non festeggiare anche i quarti? In queste cose ciascuno fa come gli pare. Comunque sia abbiamo scelto di celebrare questo anniversario per fare alcune cose importanti tipo ricordare a tutto il mercato cosa c’è dietro al marchio Bulgari: una lunga storia di tradizione, evoluzione, rapporti con le star e cultura del bello. Tutto questo non può bastare in un momento oggettivamente molto difficile, quindi ci siamo alleati con Save the children. Abbiamo donato un milione di euro per il progetto “riscriviamo il futuro” che vuole assicurare un’educazione di qualità a 8 milioni di minori che vivono in Paesi in guerra».
Il lusso per far del bene?
«Direi piuttosto come responsabilità sociale. La donazione è solo una parte del nostro impegno con l’associazione: fino al 31 dicembre è possibile acquistare un anello d’argento da 290 euro, 50 dei quali versati direttamente a Save the Children. Inoltre l’8 dicembre verranno battuti all’asta da Sotheby a New York 11 pezzi unici di alta gioielleria e 7 orologi limited edition. Per i gioielli la base d’asta è tre milioni di euro, non bruscolini».
Ma c’è ancora gente che può permettersi simili investimenti?
«Spero proprio: sarebbe una catastrofe inimmaginabile. Il lusso ha una sua precisa funzione culturale oltre a quella socio economica».
Può fare qualche esempio?
«Io stesso che pure li conosco tutti uno per uno, quando ho visto alcuni degli oggetti selezionati per la mostra sono rimasto senza parole. Francamente ho provato un moto d’orgoglio per quel che ha saputo fare la mia famiglia nel corso della sua storia».
Ma lei ha parlato di cultura...
«Cultura del fare. Capacità d’innovare i prodotti come tutto ciò che li circonda. Bulgari ha un assortimento di prodotti molto diversificato: gioielli, orologi, profumi, cosmetici, accessori in pelle e in seta, ma possiede anche un albergo a Milano, uno a Bali e due ristoranti a Tokyo».
La crisi può essere un’opportunità per far pulizia?
«In genere succede. Certo questa crisi è decisamente molto più dura di quella che abbiamo vissuto per esempio dopo l’11 settembre. E ancora non sappiamo quali cambiamenti socio-culturali porterà. Penso sia lecito aspettarsi che i prossimi 3, 4 anni ne vedremo delle belle».
Lei però sembra ottimista...
«La strategia mi sembra semplice e chiara: contenere i costi, modificare radicalmente la macchina organizzativa, lavorare tanto e mantenere inalterata la qualità dei nostri prodotti».
Il più bel regalo per questo anniversario?
«Finora siamo noi che abbiamo fatto dei regali per il nostro anniversario... Speriamo negli omaggi dello Stato e del pubblico».


Le piacerebbe vedere il premier all’inaugurazione?
«Sarebbe bello, un segnale molto importante».

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