Mister Zenga promosso anche dal Trap «Basta pregiudizi, è un allenatore vero»

Walter Zenga un allenatore? Lui dice: «Su di me c’erano troppi pregiudizi». Allora ecco il parere di Giovanni Trapattoni, che di Zenga è stato il Mister nell’Inter dei record ’88-89.

WALTER NON FALLIRÀ. «Bando ai pregiudizi di chi non vede al di là del proprio naso. Zenga farà bene perché ha perso il clichè del giocatore e ragiona da allenatore. E poi perché ha imparato tanto in giro per il mondo dove emerge solo chi ha gli attributi e non si fa prendere dalla nostalgia di casa. A essere sincero mi ha sorpreso. Lo ricordavo spavaldo, ma anche spaccone. Il giorno che ho lasciato l’Inter, non pensavo che avrebbe avuto un futuro da tecnico. Invece c’è riuscito. Nessuno l’ha aiutato, s’è fatto da solo, ne deve essere orgoglioso».

COM’È MATURATO... «Mi sono accorto che era cambiato quando gli chiesi notizie di un giocatore serbo. E lui, era il 2006, mi rispose come solo un allenatore sa fare. Ne ebbi una nuova testimonianza in Dubai dove qualche tempo fa portai il Salisburgo. Mi dissi: guarda un po’ come è maturato Walter, con quale profondità analizza uomini e situazioni. Lo facevo superficiale. Al contrario ha imparato a curare i dettagli: in certe situazioni mi ha ricordato un certo Trapattoni».

ORA SE LA GIOCHI. «Adesso che ha avuto questa opportunità dal Catania, deve giocarsela con intelligenza, senza farsi prendere dalla frenesia. È stato bravo a rimodellare la squadra sul piano tattico e a portarla al successo dopo tanto tempo, ma anche a ricordare il lavoro di chi l’ha preceduto. L’umiltà paga. Forse poteva arrivare prima sulla panchina di club italiano, ma non ha avuto o cercato scorciatoie. E comunque sa bene come e quanto i suoi atteggiamenti giovanili abbiano condizionato l’opinione di certi addetti ai lavori. Ne so qualcosa anch’io. Mi davano del difensivista dimenticando che schieravo la Juventus con due punte e due centrocampisti offensivi. Il calcio va avanti a mode».

UN ALTRO SCUDETTO. «Quanto a me spero di vincere un altro campionato in Austria con il Salisburgo. A tre partite dalla fine abbiamo un punto di ritardo sul Rapid Vienna che l’altro ieri ha vinto con un rigore fasullo. La solita storia. Noi invece ne abbiamo sbagliati cinque in questo campionato e tutti pesanti. Indipendentemente dal risultato finale, penso di aver fatto un grande lavoro. Ho preso un’armata brancaleone con giocatori di otto paesi diversi e ne ho fatto un gruppo che ha imparato a stare bene sul campo».

IRLANDA ARRIVO. «Alla fine di questa esperienza mi dedicherò all’Irlanda con Tardelli.

L’entusiasmo è pari alla voglia di guadagnare l’accesso al mondiale: a parte l’Italia che è di un altro pianeta, Georgia, Bulgaria, Montenegro e Cipro sono alla nostra portata. Mi piacerebbe chiudere in Sudafrica nel 2010. Poi mi dedicherò solo a Paola, devo tutto a mia moglie. Qualsiasi altra donna mi avrebbe lasciato per colpa del calcio».

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