A Cornigliano hanno naso. Lolfatto sviluppato ce lhanno scritto un po nel dna, da generazioni trascorse ad annusare i fumi delle Acciaierie. Adesso le cose sono cambiate, la cokeria è stata dismessa, in queste mattine di bel tempo sulla collina di Coronata si respira la primavera. Però più giù, nei negozi e negli appartamenti della semicentrale via Dufour, una traversa di via Cornigliano, qualche volta si sente puzza. Così qualcuno telefona al Giornale e chiede di andare di persona. «Non sono gli scarichi delle auto, quelli ci sono sempre stati», borbotta chi ha i capelli già un po brizzolati e di storia di Cornigliano ne ha vista scorrere parecchia. E cè chi guarda alle ciminiere delle Acciaierie, che liberano fumate bianche. Dovrebbe essere vapore acqueo, ma la paura fa novanta e si chiede che qualcuno vada un po a controllare cosa succede.
Il quartiere vive due vite parallele che non sincontrano mai. In basso i negozi e le case che si affacciano su via Cornigliano sono diventati terreno di conquista degli stranieri. Ecuadoriani soprattutto, che vivono qui come a Sampierdarena e nella vallata del Polcevera in generale. Fanno i muratori, aprono negozietti di frutta e verdura, minimarket aperti a tutte le ore e le donne sono badanti e colf. Più in alto, invece, ci sono le belle case aggrappate allo scampolo di collina e cambia tutto. Sembra una località di riviera con il sole, le mimose fiorite, i giardinetti con i nonni e i nipotini a passeggio, vecchie ville che mostrano unantica e fiera eleganza. Qui laria è profumata di piante, a Villa Dufour dove ci sono le elementari una ragazza prende il sole sulla panchina, beatamente. Eppure cè chi giura che la puzza si sente, non in alto, certo, ma in basso.
Il dato certo è che la delegazione è ancora traumatizzata dai tanti morti causati dallinquinamento, ed è troppo tardi per tornare indietro e cancellare i brutti ricordi. Le Acciaierie hanno creato tanti posti di lavoro nel passato e hanno dato tanto a Cornigliano in termini di occupazione. Il quartiere ha ricambiato in termini di vite umane. Ora vuole pace.
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