Il mistero degli artisti invitati da Sgarbi

Solo la Biennale di Venezia può provocare tale e tanta attesa da riuscire a scatenare falsari e burloni. Per un paio di giorni è circolata sul web la lista ufficiale del prossimo Padiglione Italia curato da Vittorio Sgarbi. Un tarocco ben congegnato, con tanto di comunicato stampa, logo ufficiale dell’ente che ne certifica una plausibile provenienza. È stata la mail a destare il sospetto: al posto di biennale.org un improbabile gmail.it. Ecco dove sono caduti i falsari.
La fantasia dei complilatori, peraltro, ha lavorato bene, per una selezione fantasiosa e «sgarbata» che accosta il pittore Guccione al pubblicitario Oliviero Toscani (con cui Vittorio però ha litigato) il poverista Anselmo al transavanguardista Paladino, Cattelan e la Beecroft insieme a Sughi e alle sculture di Gina Lollobrigida (!). Ci sono antiche passioni sgarbiane, come i pittori anacronisti Piruca e Frongia, ma anche giovani promettenti come i Masbedo. Ci poteva stare, almeno in parte, e i numerosi commenti apparsi in rete già preannunciavano un acceso dibattito per le settimane a venire. Detrattori contro fans, eccitati artisti e galleristi coinvolti con prevedibile coro di distinguo, eccezioni e rifiuti. Insomma, fino a ieri non si parlava d’altro. Poi è giunta la smentita ufficiale di Arthemisia, la società che si occupa per conto di Sgarbi dell’organizzazione del Padiglione: la lista è falsa, nessuno è ancora stato contattato, inoltre Sgarbi non inviterà direttamente avendo affidato, come promesso da tempo, la selezione a un nutrito comitato di intellettuali. All’episodio pare sia seguita una denuncia contro ignoti con tanto di indagine della Polizia Postale di Venezia. Soprattutto a Ca’ Giustinian non l’hanno presa bene poiché tutte la «vera» mostra internazionale su cui invece si mantiene il riserbo più assoluto (ma venerdì 11 marzo ci sarà la conferenza stampa ufficiale).
La verità è che, dopo anni di umiliante silenzio, il Padiglione Italia torna al centro dell’attenzione e, più ancora che nel 2009, si propone come il faro della Biennale d’Arte, al punto che più nessuno si preoccupa se la direttrice Bice Curiger considererà e in che modo l’arte italiana. Tanto il pubblico verrà soprattutto per elogiare o criticare, esaltare o stroncare l’ultima impresa del critico showman.

Vittorio Sgarbi, eccellente la sua strategia di tenere alto lo stato d’attesa, è rimasto vittima dello stesso scherzo che subimmo Buscaroli e io, curatori dell’ultima edizione: una lista uscita chissà da dove e mandata alla stampa. Come nel 2009 c’è da chiedersi: ma la lista è vera o falsa? Un po’ e un po’...

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