Franco Battiato sulle tracce di Dio è il titolo dun libro di Paolo Jachia, in uscita per lAncora. Candido come un Francesco dAssisi del nuovo millennio, invasato come un cantore biblico, sganciato dalle contingenze mondane come un mistico orientale, Battiato è, nel panorama musicale contemporaneo, un «caso» a sé stante. Siciliano, approdato a Milano negli anni Sessanta, ha flirtato con la canzonetta e con lo sperimentalismo, è cresciuto frequentando lesoterismo e il misticismo arabo, persiano, buddista, induista e giudaico-cristiano, ha lavorato con Stockhausen e, sul finire degli anni 70 ha affidato a Lera del cinghiale bianco la ricerca dun «suono puro», sordo alle logiche del mercato e finalizzato alla contemplazione e alla spiritualità. A ciò si è aggiunta lironia di La voce del padrone, primo album italiano, allalba degli anni 80, a raggiungere il milione di copie.
Ai successi musicali - estesi allopera lirica, alla musica sacra e al balletto - ha aggiunto unattività di talent scout - Alice, Giuni Russo - e di diffusore di culture «altre»: fondata la casa editrice LOttava ha fatto conoscere testi basilari dellesoterismo.
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