Milano - Nella guerra tra gli stilisti che vorrebbero volare sulle ali della poesia e la crisi economica che costringe tutti a tenere i piedi per terra, può vincere solo chi sa vestire un'idea commerciale d'intelligenza creativa. «Alla deprimente situazione mondiale reagisco col mio ottimismo e poi la moda deve sempre essere aspirazionale per cui in un momento nero mi sembra giusto proporre colori fortissimi, tanto lusso, uno stile pieno di energia», dice Frida Giannini nel backstage della sfilata Gucci per la prossima estate.
L'intelligente ragazza che disegna il marchio delle due «G» dice di essersi ispirata a un'immagine tropicale da avventure nella giungla, ma poi parla di sahariane multi tasche, pitone-camouflage, sandali-anfibio e del nuovo zaino (nome in codice, Obo) da indossare con il piglio deciso di Oriana Fallaci. In effetti la grande giornalista nel ’68 fu immortalata con un paio di mocassini Gucci mentre saliva sull'elicottero che la portò nella giungla. «Non ho pensato tanto al personaggio in sè, quanto all'attitudine della donna: la Fallaci è passata alla storia per il suo indomabile coraggio», taglia corto Frida temendo che la sua ricerca sulle opere di Georgia O'Keeffe per i fiori delle splendide stampe e sulle impeccabili proporzioni dei magnifici abiti da sera, venga banalizzata da sintesi tipo: «Gucci lancia lo stile da inviata di guerra».
Eppure i pezzi migliori della collezione sono proprio gli strepitosi modelli tagliati a sahariana, i giubbotti in pitone dipinto a mano con un'allegra e colorata versione del motivo mimetico, l'aggressivo pantalone combat nella nuova affilata versione che la stessa stilista indossa quando esce in passerella a raccogliere gli applausi. Molto belli anche gli amplissimi abiti da sera nelle lussureggianti tinte tropicali. Per vestirsi cosi ci vorrebbe lo stipendio di Christiane Amanpour, l'inviata di guerra della Cnn diventata ricca e famosa. Erano invece del tutto inutili e in un certo senso fuorvianti i tailleur pantalone abbinati alle camicie con le stampe floreali ispirate dai quadri dell'artista americana. Ma la capacità di sintetizzare il messaggio della passerella è merce rara anche tra gli stilisti più bravi.
Infatti Roberto Cavalli parla dell'immagine di Brigitte Bardot nel film Viva Maria e di una donna che sembra un'acqua cheta, ma sotto sotto è una tigre del materasso. Invece la sua superba collezione era una geniale risposta creativa alla guerra che la moda low cost sta facendo ai prodotti necessariamente costosi dei designer. Se da H&M trovi i piccoli pezzi e da Zara le spudorate copie dei modelli firmati, nelle boutique Cavalli di tutto il mondo la prossima estate si troverà un'impeccabile total look di mini tailleur oppure di vestiti in chiffon con la stessa stampa riprodotta su scarpe e borse da perdere la testa. Sarà dura riuscire a copiare la perfetta alchimia cromatica dei disegni ripresi dalle ceramiche di Faenza, dai preziosi vetri Venini oppure da una sorta di erbario medioevale sapientemente piazzati sugli abiti e sugli accessori con un'impeccabile senso delle proporzioni. I vestiti da sera in chiffon con questi motivi ingigantiti a dismisura sulla linea paracadute che sta spopolando sulle passerelle milanesi erano belli da togliere il fiato. La stessa cosa si può dire parlando della collezione di Antonio Marras dedicata a Camille Claudel, amante di August Rodin e a sua volta scultrice di talento. Il bravissimo stilista sardo che corre sempre il rischio di fare costume per via del suo animo poetico e colto in parti uguali, stavolta ha colorato di concretezza una moda convincente e riassuntiva della tendenza per così dire materica che si ritrova nelle migliori collezioni della stagione.
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