Enza Cusmai
Siete pronti a sfoggiare un capo di abbigliamento «targato» da mostrare con disinvoltura in discoteca, allora dellaperitivo o al lavoro?
Proprio così, targato, non firmato. Con tanto di sigla e numero, simile a quello delle automobili. La finalità, del resto, è la stessa. Poter essere identificati e rintracciati da qualcuno che vi ha notato, via e-mail oppure con un semplice sms. Prima di spiegare meglio di che si tratta è bene precisare che questa iniziativa, messa in piedi da Simone Gianicola con il marchio Shyno (dallinglese shy-not, niente timidezza) non è adatta ai supertimidi. E neppure a chi non ha il senso dello humour. Bisogna essere un tantino fatalisti, curiosi, spiritosi e soprattutto single. Già perché indossare una maglietta Shyno, una gonna oppure un pantalone targato significa mandare un messaggio di disponibilità al dialogo con laltro sesso. E se son rose...
A Sara, 26 anni, insegnante elementare, la maglietta che ha acquistato si è rivelata un rovo pieno di spine. E ha esordito dichiarando: «Non mi faccia ricordare quella t-shirt. Era tanto divertente allinizio, poi mi ha reso infelice. Non la metterò mai più nella mia vita». Sara è stata sfortunata. Anzi di più. Racconta: «Lho comprata a marzo a circa 60 euro in un negozio di Milano. Ha un codice dietro e al momento dellacquisto bisogna grattare un tagliando e scoprire la propria password. Con quella mi sono registrata sul sito www.shyno.com. Lho indossata una sera ad un aperitivo, il mio nome in codice è Gatwick 292. Da lì a poco mi arrivata una e-mail con frasi del tipo «ti ho vista ieri sera, somigli a unattrice che mi piace molto». Così abbiamo cominciato a scriverci e ci siamo visti. Ho conosciuto Antonio, bellissimo, intelligente. Ci siamo frequentati. Io sono rimasta fulminata. Era solo troppo vanitoso, usava la matita nera per il contorno occhi. Però non mi sono preoccupata più di tanto, molti ragazzi ormai la usano».
Il tracollo della storia di Sara con il bellone è avvenuto qualche settimana dopo quando il suo coinquilino, gay, anche lui dotato di maglietta Shyno, le ha confessato di aver incontrato luomo della sua vita. Peccato fosse lo stesso Antonio, il bello.
Altro capo di abbigliamento, altra storia. Patrizia, 26 anni, studentessa. «Il mio fidanzato mi ha regalato una gonna che ho indossato una sera in un locale. Immediatamente è arrivato un messaggio sul cellulare che corrispondeva al codice che lui aveva sulla maglietta. Insomma, mi aveva iscritta a mia insaputa su Internet nel sito di Shyno. È stato un bel gioco, stimolante». Patrizia ha visto in giro diverse magliette. E conclude maliziosamente: «La indosso regolarmente, perché adesso sono fidanzata, ma non si sa mai...»
Anna, 36 anni, è grafica pubblicitaria. Una buontempona. Sposata da un anno ha regalato una maglietta targata al maritino. Precisa: «Non avrei mai fatto una prova di fedeltà reale, intendiamoci, ho scherzato». Il rischio è stato quello di scottarsi con il fuoco. «Dopo averla fatto indossare a mio marito lho tempestato di sms anonimi intriganti. Gli ho scritto che lavevo notato, gli chiesto di incontrarci in un determinato locale, gli ho detto che mi piaceva».
Luca, invece potrebbe essere il tipo ideale per il marchio Shyno. È stato un precursore delliniziativa ed è entusiasta.
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