La moda di primavera: esotici caftani indiani e camicie di sangallo

Ai primi del novecento Guido Gozzano descriveva la città indiana di Jaipur come «tutta rosea», con un’atmosfera da favola e una luce che «si riposa sui palazzi come sulla dolcezza di certe stoffe attenuate dal tempo». Ora, le Sete di Jaipur sono diventate un marchio non solo di sciarpe dai colori luminosi e i motivi floreali , ma anche di abiti-caftano, di camicie di candido sangallo, di sandali flat con fiori di pelle e tessuto, di shopper allegre abbinate ai vestiti.
E a Roma, nella centralissima via Piè di Marmo, la società nata nel 2008 nel torinese apre il suo primo monomarca affidato alla gestione della stilista Susanna Liso, che proprio di fronte ha lo show room della sua originale griffe, Le Tartarughe, che ha partecipato al Salon de pret à porter di Parigi. «Abbiamo fatto questo accordo - spiega lei-perchè la linea di Sete di Jaipur è molto vicina al mio stile e al mio sentire».
All’inaugurazione del piccolo ed elegante negozio vicino piazza del Collegio Romano Stefano Bosco, amministratore delegato della società piemontese (presente sul mercato italiano e nei principali paesi dell'Unione Europea, oltre ad USA ed Australia)spiega che finora i prodotti del marco venivano venduti in tanti negozi, ma non esisteva un monomarca. «Il momento era maturo per aprire nella capitale - dice- una importante vetrina».
Per la primavera e l’estate si può scegliere tra abitini di seta in cui le linee orientali sono reinterpretate con il gusto moderno, corti caftani ricamati dalle maniche importanti, camicette seducenti che scoprono le spalle, casacche di sangallo, giacche in denim con ricami di paillettes opache e discrete. Ci sono, in questi modelli, allegre e fiorate reminescenze hippy degli anni ’70, bagliori orientali ma anche cromatismi, stampe geometriche e magici ricami che s’ispirano all’Africa. Su top e caftani o anche solo sulle decorazioni delle scollature degli abiti si trovano così grafismi tribali, righe e ricami masai. E per completare le mise ecco le pratiche borse con la stessa stoffa degli abiti e i sandali resi più eleganti ed originali da pietre, legni e perline colorate, tutti made in Italy. Parole d’ordine: tradizione ed innovazione, etica, rispetto dell’ambiente e delle persone, ricerca, fibre naturali e lavorazioni artigianali.
Tra preziosi bustier sagomati e abiti morbidi tagliati sotto al seno prepara la sua nuova collezione, lo stilista di Civitavecchia Franco Ciambella, forte di un nuovo «ardore creativo», come dice lui. É reduce da Milano, dove ha vestito con uno dei suoi famosi corpetti per un abito dedicato al sogno anche la Cenerentola del balletto di Prokofief, che ha chiuso la settimana della moda.
Molto seducenti e ricercate secondo tradizione le creazioni di Emy Fabbri, che hanno sfilato al Caffè letterario di via Ostiense, con i modelli di 4 allievi della sua accademia di moda: AcadEmy.

Leggeri impermeabili ghiaccio su abitini dello stesso tessuto lucente, corsetti e hot pants,camicie ricamate dalla schiena appena velata, modelli a sirena di iridescenti sfumature dal rosa al giallo, dal verde al grigio. Gli studenti osano con cappottini svasati di cotone bianco con scritte colorate, colli rigidi di pelle nera su casacche leggere e fuseaux serpente.

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