Cultura e Spettacoli

La moda del tecno-vintage: che bello pagare per regredire

Sul web si vendono sempre più software che simulano videogame pionieristici, telefoni fissi, macchine fotografiche e telecamere. L’epoca della nostalgia avanza

La moda del tecno-vintage: 
che bello pagare per regredire

Non si stava meglio quando si stava peggio, si sta meglio adesso a simulare quando si stava peggio pensando, per vezzo, che si stesse meglio, e potendo tornare all’adesso in qualsiasi momento. Quelli che vorrebbero essere nati nel Cinquecento, nel Seicento, nel Settecento, io ce li manderei, senza riscaldamento, senza aria condizionata, senza internet, soprattutto senza iPhone. Perché che brivido, che lusso, che lussuria quando, al massimo della tecnologia, è possibile simulare le cose vecchie. Ieri, per esempio, ho comprato sul meraviglioso App Store della Apple anche l’applicazione 8mm per iPhone, mi mancava. Con 8mm posso finalmente girare video come fossero davvero vecchi video 8mm, e subito ne ho postato uno su quella che Facebook ha chiamato anticamente «bacheca», non a caso, per condividerlo con quelle migliaia di sconosciuti che sono stati chiamati con il termine altrettanto antico di «amici», sempre non a caso. Non è una vera bacheca, non sono veri amici, il mio non è un vero video in 8mm, ma per fortuna, è proprio questo il bello.

Con un’altra applicazione, Vintage Maker, posso girare un 60’s Home Video o anche un 20’s Movie, con l’ultimo aggiornamento produrre anche un intero film muto, con tanto di cartelli d’epoca tra una sequenza e l’altra. Con Hipstamatic è possibile scattare foto utilizzando vecchie pellicole più vere delle pellicole veramente vecchie, e con Polarize trasformare qualsiasi scatto normale in vecchie Polaroid, scrivendo perfino sul bordo bianco col pennarello, come si faceva sulle vere Polaroid. Vanno tantissimo le applicazioni per il bianco e nero, come Oldbooth e Retrocamera, perché si sa che qualsiasi foto in bianco e nero sembra scattata da Helmut Newton, e di conseguenza ho il mio rullino digitale pieno di foto effettate, effetto mosso, effetto sovraesposto, effetto autochrome, effetto poolside, effetto sovietico, e qualche volta, insaziabile, effetto perfino le foto già effettate, perché non mi accontento mai, la vita è un effetto, le cause non mi interessano.

Così non c’è una mia foto che non sia trattata, invecchiata, stagionata, patinata, scolorita, solarizzata, non riesco a farne a meno, se potessi ritoccherei perfino le foto degli altri, i senza iPhone, mi fanno troppa pena. Perché li riconosci subito, quelli senza iPhone: le loro foto sono normali, ben esposte, ben bilanciate, con una risoluzione di sette megapixel, otto megapixel, dieci megapixel, e credono pure di essere aggiornati, a ostentare i loro megapixel, poveri sciocchini: chissenefrega dei tuoi megapixel, guarda la mia foto che simula una vecchia Nikon con l’obiettivo scassato quanto è bella e guarda questo filmato che simula una cinepresa BEAULIEU 4008 ZM II, io simulo tutto.

Nella mia nuova applicazione 8mm c’è perfino la funzione per far saltare l’immagine, quando i fotogrammi slittavano verso l’alto andando fuori sintonia, e quando succedeva all’epoca era snervante, ma all’epoca, appunto, oggi è fantastico perché il difetto è una simulazione perfetta, quindi è un optional. Ho girato un video tra la camera da letto e la sala e mi sembrava di essere alla Factory di Andy Warhol. Dopo tutte queste foto, per rilassarmi ho giocato a Jupiter Lander con il mio emulatore di Commodore 64, e già che c’ero ho fatto anche una partita a Manic Miner, sul mio emulatore di Sinclair Zx Spectrum, un tuffo negli anni Ottanta, quando per realizzare un gioco bastavano 10 kilobyte e per caricarlo ci volevano 10 minuti, e gli omini disegnati con «sprite» di venti pixel ci sembravano «fatti benissimo» come probabilmente sembravano «fatti benissimo» i personaggi della corte dell’Imperatrice Teodora nei mosaici di Ravenna per gli uomini del VI secolo, e mentre lo penso cerco subito un’applicazione per ritoccare le mie foto in forma di mosaico bizantino. Con i giochi vintage ci si stanca subito, dopo cinque minuti mi ributto sui recenti e sofisticatissimi Real Racing 2, Nova 2, Modern Combat 2, Angry Birds 2, tutto 2, che sfruttano appieno l’alta risoluzione del mio retina display, e però sono felice, così pieno di madeleines immagazzinate dentro, dentro di me e dentro il mio iPhone, da portare in tasca.

Se Proust avesse avuto l’iPhone avrebbe ritrovato il tempo perduto già nella parte di Swann, prima ancora di alzarsi dal letto, scaricandolo dall’App Store. Perfino per telefonare ho scaricato Rotary Dialer, l’applicazione che simula il vecchio disco del telefono.

In televisione forse non se ne sono accorti e stanno ancora lì a parlare di televisione digitale, televisione satellitare, televisione in alta definizione, televisione in 3D, e va benissimo, ma intanto diteci: al massimo della tecnologia cosa ci simulerete? Insomma, vorrei consigliarlo anche alla mia amica Barbara D'Urso, alle prese con l’Auditel del suo prime time su Canale 5, con i maligni sempre lì a dire che o ha fatto poco ascolto o lo ha ottenuto con il trash: alle brutte basterebbe mandare in onda ogni tanto una bella simulazione del vecchio monoscopio Rai, e vedreste che ascolti, vedreste che sera.

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