Patek Philippe nel 2007 ha lavorato sulla sua straordinaria tradizione, proponendo restyling o re-interpretazioni di alcuni dei suoi modelli più riconosciuti. A cominciare dal Calendario Perpetuo con data retrograda, che la Maison ha adattato su cassa Officier (ossia dotata di coperchio a cerniera a protezione del fondello integrato da vetro zaffiro), portata a 38 mm di diametro rispetto ai 36 della versione precedente. Distintivi della produzione Patek Philippe, gli orologi Officier presentano nella "cuvette" di chiusura del fondo una vera e propria complicazione, poiché il coperchio, una volta premuto in posizione, deve chiudere perfettamente su tutta la sua circonferenza, in modo stabile e solido. Interventi sono stati effettuati anche sul quadrante per adattarlo al nuovo formato: in particolare, le cifre a numero romano hanno subito un leggero allungamento a migliorarne la leggibilità. Per il resto, su di una base argenté, troviamo l'elegante lavorazione rayon de soleil al centro, con le discrete indicazioni del calendario perpetuo a finestrella (giorno, mese e anno bisestile), le fasi lunari découpé al 6 e il datario a lancetta retrograda "disegnato" su di un arco di 270°. Le lancette ore/minuti sono di tipo Poire ossidate in nero, mentre i secondi al centro sono un'ulteriore chicca, in quanto assai raramente presenti sui calendari perpetui. Quest'alchimia è consentita dal movimento meccanico automatico, calibro 315 S QR, 361 componenti, 30 rubini, rotore in oro a 21 carati, 21.600 alternanze/ora, correttori di funzione collocati sulla carrure, studiato perché le fasi lunari "perdano" un solo giorno dopo ben 122 anni e 45 giorni e, ovviamente, insignito del Punzone di Ginevra, come tutti i movimenti della Maison. Disponibile in oro giallo o bianco, il Calendario Perpetuo Officier con data retrograda, ref. 5159, è completato da cinturino in alligatore con fibbia déployante. Di tutt'altro impatto è, invece, il Chronometro Gondolo, ref. 5098P, un modello che viene rilanciato 80 anni dopo la consegna dell'ultimo esemplare a Rio de Janeiro nel 1927. Ricordiamo che il 12 novembre 1872 è la data in cui Patek Philippe consegnò il suo primo orologio da tasca all'orologiaio-gioielliere Gondolo & Labouriau di Rio: da quel momento le due società intrattennero rapporti continuativi tanto che, a partire dal 1902, la Casa ginevrina arrivò perfino a creare una collezione specialmente destinata al suo cliente brasiliano, i celebri Chronometro Gondolo per l'appunto. Specificamente ad un modello tonneau del 1925 si è ispirata Patek Philippe per disegnare il la nuova ref. 5098P, rielaborata, rispetto all'originale, nelle proporzioni e nel profilo cambré per avvolgere elegantemente il polso. La cassa è esclusivamente in platino, connotata, come tutti gli attuali orologi della Maison nel prezioso metallo da un piccolo diamante incastonato tra le due anse al 6. Essa racchiude il nuovo movimento meccanico rettangolare Patek Philippe Calibro 25-21 REC a carica manuale. Si tratta del primo calibro di forma senza complicazioni realizzato dalla manifattura, dopo quelli creati negli anni '30/'40 e costituisce, attualmente, il 23esimo meccanismo di base della Maison. Semplice e rigoroso nella sua architettura, con ponti del bilanciere, della ruota di scappamento e della ruota dei secondi separati, oscilla alla frequenza di 28.800 alternanze/ora, scorre su 18 rubini e ha una riserva di carica di 44 ore. Infine, il quadrante replica fedelmente quello del 1925, un piccolo capolavoro in oro rodiato, rifinito guilloché a mano, su due diversi motivi, esternamente e al centro: la scala dei minuti ovale è a chemin de fer, accompagnata da cifre arabe Breguet e lancette Poire.
Chiudiamo con il Nautilus, che dopo le celebrazioni per il suo 30mo anniversario, lo scorso anno, con il lancio della nuova collezione, amplia ancora la gamma con il ref.
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