nostro inviato a Lione
«Bisogna dialogare non soltanto con i musulmani moderati, ma anche con i fondamentalisti...». Il cattolico Nicolas Sarkozy, ministro degli Interni, delfino di Chirac, sceglie la platea interreligiosa di SantEgidio per difendere il suo «modello» di integrazione dellislam nella laicissima Francia. Un modello che ha portato allistituzione di una consulta dove sono rappresentate tutte le correnti dellislam francese, «comprese quelle le cui posizioni sono fondamentaliste senza essere integraliste».
A Lione, dove si svolge lincontro internazionale promosso dalla comunità di SantEgidio che questanno ha per tema «Il coraggio di un umanesimo di pace», il rischio dello scontro di civiltà è allordine del giorno negli interventi alla cerimonia di apertura. Quella dellemergente Sarkozy è una delle relazioni più corpose. Il ministro spiega che i fondamentalisti «sono coloro che vogliono vivere la loro fede in modo fondamentale, cioè praticano nel modo più rigoroso possibile i precetti della loro religione» mentre invece «lintegralismo è limporre i precetti della propria fede agli altri. E questo va condannato».
Secondo il ministro degli Interni francese, criticato in patria per aver manifestato troppa accondiscendenza con alcune frange islamiche, «lapertura e il dialogo aiutano i fondamentalisti a chiarire le loro posizioni molto più dellesclusione che porta alla radicalizzazione». Sarkozy ha quindi detto che oggi tutte le religioni sono minacciate «dal rischio dellintegralismo e dellintolleranza, anche se oggi questo riguarda in particolare una di loro».
Un appello forte contro la violenza e il fanatismo è arrivato dal fondatore di SantEgidio, Andrea Riccardi: «Non basta qualche dichiarazione. Bisogna parlare con coraggio al cuore degli uomini e delle donne: bisogna parlare della santità della pace e della maledizione del disprezzo e dellodio».
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