A Modena c’è il derby con i cugini di campagna

Qui all’ombra della Ghirlandina potrebbe andare in onda il controribaltone. Oggi pomeriggio c’è il terzo derby geminiano, il Modena ha un punto da recuperare al Sassuolo, che formalmente gioca in casa, al Braglia, ma in realtà solo un terzo dello stadio cittadino sarà neroverde. Nella provincia siamo nell'ordine di appena un tifoso su dieci per il Sassuolo, il 90% smania per i gialli. Nel distretto delle ceramiche il rapporto è meno squilibrato, certo la squadra di Stefano Pioli, 43 anni, quando si allena in paese, allo stadio Ricci, o in periferia, al Ca' Marta, campo di un albergo, non ha sostenitori. La rifinitura è sempre a porte chiuse, ma anche aprendosi, i presenti si contano sulle dita di due mani.
«Questo è il posto ideale per fare calcio - racconta Pioli -, si può lavorare al meglio, senza pressioni». Le uniche arrivano ogni tanto da Giorgio Squinzi, il patron della Mapei, sponsor e proprietario, che ha ribadito: «La serie A è il naturale sbocco del progetto».
«Non dobbiamo per forza vincere il campionato - resiste l'allenatore neroverde -, ci basta lottare per i playoff. Torino, Lecce, Reggina e pure Brescia hanno organici più forti del nostro. Il dottore è abituato a essere il numero uno nello sport e nel lavoro, se sono qui è proprio per il suo slancio».
Il Sassuolo era partito bene, 7 punti in 3 partite, poi una vittoria in 7 gare, lì la piazza era in allarme, memore del finale della scorsa stagione che aveva fatto uscire la squadra dalla zona playoff, portando al congedo anticipato di Andrea Mandorlini. Con il Cittadella è arrivato un successo interno risicato, il pubblico in tribuna era silenzioso, neanche più intonato l'unico coro: «Sas-suo-lo, Sas-suo-lo». Un tifoso isolato da metà ripresa urlava «Pioli, cambia!», a ogni pallone perso da Riccardo Zampagna. Il centravanti a 35 anni è in fase calante, a Frosinone ha risposto segnando il primo dei 3 gol, secondo stagionale, quinto del 2009. Qualche colpo ce l'ha ancora, si danna per la squadra, non è più ai livelli di due anni fa quando Del Neri sembrava autolesionista esiliandolo a Vicenza.
A giugno Sassuolo e le sue frazioni bizzarre (Montegibbio, Salvarola Terme, che per anni ha ospitato i raduni neroverdi, e San Michele dei Mucchietti, dove la squadra si allena ancora, al campo della chiesa, d'inverno) hanno eletto sindaco per la prima volta un leghista, Luca Caselli. È sempre stato tifoso del Modena, in luglio alla presentazione della squadra del paese era combattuto. «Spero che il Sassuolo vinca tutte le partite esclusi i derby».
Pioli ha un motivo in più per aggiudicarseli: dal 2004 al 2006 ha firmato campionati importanti, con il Modena, i migliori dal '64 in poi, esclusi i due di serie A e la promozione colta da Gianni De Biasi, eppure dai tifosi riceveva più critiche che elogi. Nel 2006 il capocannoniere Bucchi, adesso al Cesena, sbagliò il rigore che valeva la finale playoff a scapito del Mantova, fu lì che il presidente Romano Amadei per la prima volta pronunciò la frase: «Il Modena è in vendita».
Seguirono tre salvezze in extremis, punteggiate pure di messaggi minatori vicino alla sede della società. A giugno il patron lamentò di aver perso 17 milioni di euro in 8 stagioni. Considerata la tradizione e la ricchezza dell'Emilia, non è certo granché. Da buon ragioniere, come viene chiamato, di fronte a qualsiasi cordata si mette a fare i conti al centesimo, così allora ogni trattativa sfuma. Paolo Borea, Gigi Maifredi, Stefano Tacconi sono fra i personaggi che si erano mossi per acquistare "al Mòdna", ogni volta però usciva dalle scrivanie dell'Immergas, sponsor e proprietaria, qualche vecchia scrittura debitoria.
La svolta tecnica il 26 gennaio 2009, con Gigi Apolloni, 42 anni, promosso da viceallenatore a capo: 35 punti in 20 gare la scorsa stagione, 19 in 12 adesso, media da quasi promozione. Quattro vittorie nelle ultime 5 giornate, 2 in extremis.

Nel '94 giocò la finale mondiale con Sacchi, persa ai rigori. Da Arrigo, che lo svezzò a Parma, da calciatore, metà anni '80, e da dirigente, inizio decennio, ha ereditato serietà, carisma e pure la fortuna del libro di Gene Gnocchi.

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