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La moglie di Moratti fa autogol: addio aiuti allo stadio dell’Inter

MilanoLa Giovanna d’Arco dell’anticemento, come è stata ribattezzata da destra a sinistra Milly Moratti, questa volta ha incassato un autogol. A pagarla cara (si parla di almeno 200 milioni di euro) sarà infatti il marito nonché patron dell’Inter Massimo. Se vorrà farsi uno stadio nuovo di zecca a Milano, dovrà fare a meno degli sconti comunali.
Il riassunto. La telenovela chiamata Piano di governo del territorio (Pgt) inizia lo scorso 15 dicembre, quando il documento con cui la giunta di Letizia Moratti tenta di mandare in pensione dopo trent’anni il vecchio piano regolatore approda in aula a Palazzo Marino. Il Pgt può dare il via a miliardi di investimenti su infrastrutture e edilizia, al recupero di vecchie aree dismesse, a trentamila nuovi alloggi a basso costo e fino a un milione di metri quadrati in più di verde. Tutti d’accordo? Macché, dopo cinquantadue sedute maggioranza e opposizione non hanno ancora trovato la quadra. O meglio, Pd e Rifondazione sono pronti a deporre le armi e incassare le correzioni al testo approvate nei sette mesi di aula. Ma Milly Moratti, cognata del sindaco e consigliera della lista Milano Civica, ha presentato 625 emendamenti per capovolgere da cima a fondo il Piano. In pratica, un Pgt ombra che continua a tenere incollati alla poltrona i colleghi fino a notte fonda (due giorni fa la seduta si è chiusa intorno alle due, lunedì scorso la maratona è iniziata alle 15.30 del pomeriggio e si è chiusa per sfinimento bipartisan alle sei del mattino dopo). Neanche l’opposizione le dà più corda, per tirare in lungo il dibattito è capace di dissertare anche per venti minuti sull’opportunità di sostituire un vocabolo del testo con una forma stilistica più consona. Ma giovedì notte buona parte del Pdl, compreso il capogruppo Giulio Gallera, si è preso una rivincita. E la palla l’ha lanciata il capogruppo di Rifondazione Vladimiro Merlin, che ha proposto con un emendamento di stralciare gli stadi privati dall’elenco degli impianti sportivi che possono essere costruiti su superfici considerate libere. In pratica, il meccanismo della perequazione per cui se una società mette dei soldi per realizzare un servizio utile alla città (sportivo o di altro genere) incassa il diritto a edificare su un’altra area.
Non è un mistero che l’Inter stia lavorando da tempo per costruire un San Siro bis, non lontano dallo storico Meazza. Con la formula che era inserita nel Pgt, Massimo Moratti avrebbe potuto recuperare la spesa «rivendendo» gli indici edificatori a un’immobiliare e realizzando a costo quasi zero il nuovo stadio. Ma si parla al passato, appunto. Perché questa volta il Pdl, sfinito dall’ostruzionismo della moglie Milly, è stato ben contento di associarsi alla richiesta dell’opposizione e ha eliminato la parola stadio dal testo. I vantaggi saranno concessi solo nel caso di nuovi stadi pubblici o a uso pubblico, i privati dovranno pagare euro su euro e non avranno scorciatoie per recuperare la spesa. Per evitare un conflitto di interessi, la signora Moratti ha preferito uscire dall’aula, anche se il rappresentante della giunta in aula, l’assessore all’Urbanistica Carlo Masseroli, l’aveva provocatoriamente invitata a dire la sua anche su questo tema, dopo le tante parole spese in aula nelle ultime settimane per congelare il Piano.
«L’ostruzionismo di Milly Moratti è devastante e nemmeno più giustificabile viste le importanti correzioni alla versione iniziale concordate con l’opposizione - ammette il consigliere del Pdl Fabrizio De Pasquale -.

Dispetti? Non per me, io credo veramente che in un momento di crisi i vantaggi volumetrici per invogliare a investire nello sport vadano dati casomai a chi costruisce piscine di cui la città è carente o impianti per gli sport minori. Società che pagano contratti milionari ai giocatori e che sono quotate in Borsa non hanno bisogno di aiutini, costruiscano lo stadio di tasca propria».

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