Cronache

La moglie picchia il marito a tempo di musica

Lei, Rita, tirannica e manesca, passa la giornata a menare il marito; lui, Beppe, le prende; l'altro, Gasparo, ex sposo di Rita, la ritrova per caso e ne pensa una più del diavolo per togliersela dai piedi. Gli ingredienti ci sono tutti per una portata gustosa e stuzzicante. Firmata nientepopodimeno che Gaetano Donizetti. «Rita ou le mari battu», operina comica su libretto di Gustave Vaez, fu composta nel 1841 e rappresentata per la prima volta a Parigi nel 1860, dodici anni dopo la morte del suo autore. La versione che andò in scena allora risultò edulcorata, per ragioni politiche, con una redenzione di Rita che a dire il vero poco c'entrava con lo spirito dell'opera. La versione che andrà in scena giovedì sera nell'Auditorium di Palazzo Rosso (con repliche il sabato 28 alle 20.30 e domenica 29 alle 16.30) è quella invece «politicamente scorretta», ma fedele all'originale, come l'aveva pensata Donizetti, senza quel lieto fine da benpensanti e con un marito che rassegnato si sottomette alla (con)sorte. Daniela Capurro firma la regia (con le scene di Loris Figoli e Giordano Prudente) di questo brillante atto unico che non ha nulla da invidiare, musicalmente, alle sue sorelle «maggiori», le opere più note e rappresentate dello stesso autore. Brillante, dall'azione spigliata, sostenuta da un vivace ritmo narrativo, «Rita» deriva dal vaudeville francese: ha otto numeri musicali - tre arie, tre duetti e il terzetto conclusivo - collegati tra loro da dialoghi parlati, e proprio questi sono stati tradotti e riadattati dalla regista genovese. «È stato un lavoro impegnativo - ha confessato la Capurro - e preziosa è stata la collaborazione di Aureliano Zattoni, che nell'occasione è anche direttore d'orchestra; una ricostruzione certosina, mirata a rimettere in sintonia libretto e partitura dopo tutti i rimaneggiamenti successivi alla composizione».
Tre i cantanti protagonisti: il soprano Diana Pap (Rita), il tenore Marco Borella (Beppe), il baritono Claudio Ottino (Gasparo). Una nuova produzione dell'Associazione teatrale G.A.G.

all'interno del progetto «la Musica a teatro» finanziato dalla Fondazione Carige; l'allestimento vede inoltre la nascita di una nuova orchestra lirico-sinfonica, formata in gran parte da giovani professionisti.

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