Da Mogol a Bertinotti, commozione bipartisan

Conte: «La gente deve conoscere il suo talento». Vanoni: «Era dolce». Il cordoglio di Napolitano

da Milano

La morte di Bruno Lauzi ha suscitato un coro unanime di reazioni commosse. «Mi ha detto: sai, io al Premio Tenco di novembre non ci sarò. Sto aspettando - ha rivelato Gino Paoli - ma il mio cuore è molto forte e mi toccherà aspettare più di quello che vorrei. Poi abbiamo riso sul fatto che, finalmente, farò una canzone che da quarant’anni gli prometto di cantare. Ricordo un piccolo uomo con un grande cuore e un grande coraggio. Ti voglio bene, Bruno». Anche Mogol si è aggiunto al cordoglio: «Ho detto una preghiera e ne dirò un’altra». Dori Ghezzi, la vedova di Fabrizio De Andrè, ha invece detto: «Nonostante la malattia non aveva perso la sua ironia. Era riuscito a divertirmi con aneddoti e barzellette». Ivano Fossati: «Era poco etichettabile e per questo l’ho ammirato molto». Con la voce incrinata dall’emozione, Ornella Vanoni lo ricorda «molto dolce, ironico e anche tanto coraggioso». «Vorrei che la gente sapesse quanto talento aveva Bruno» ha detto Paolo Conte. Quasi a sorpresa Sergio Cammariere rivela: «Per me era un secondo padre. Quando è morto il mio, nel 2003, la prima persona che ho chiamato è stato Bruno». Più lirico Pippo Baudo, che domenica dedicherà a Lauzi una parte di Ieri, oggi, domani su Raiuno: «Va ricordato come un poeta perché lo era. Diceva: “Non vi preoccupate perché con questo tremore posso dirigere meglio l’orchestra”. Infine Renzo Arbore: «Era in controtendenza politicamente: cosa non facile specie in passato». E chissà come avrebbe commentato proprio Lauzi le parole di Bertinotti: «Resterà un punto di riferimento anche per la tenerezza, l’intelligenza e la tenacia». Infine il ministro Rutelli: «Faceva parte di quella generazione di cantanti contestatori e un po’ arrabbiati» che imposero «una nuova figura di interprete di testi innovativi e di grande spessore: il cantautore».

In serata anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha commentato: «I suoi testi e le sue melodie hanno accompagnato, con una vena di malinconia, le trasformazioni ed i cambiamenti sociali con un continuo richiamo al significato dei sentimenti».

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