Gli amori migliori sono quelli che non nascono da un colpo di fulmine. Così, perlomeno sperano gli Audio2, il duo napoletano cresciuto nel culto di Lucio Battisti, autori esordienti per Mina parecchi anni fa (era il 1992) di un brano dal titolo Neve poi protagonisti di una carriera di alterne fortune. Oggi, gli Audio2 (Giovanni Donzelli e Vincenzo Leomporro) si godono il «sì» di Giulio Rapetti, in arte Mogol, per anni il pensiero in canzone di Battisti. Con loro, il paroliere principe della canzone italiana ha firmato l’album Mogol/Audio2 già primo nella classifica dei Top Album di iTunes dopo soli tre giorni dalla pubblicazione digitale in rete. Una collaborazione che definire imprevista è poco, perché la verità è che per anni, Mogol si era negato alle attenzioni del duo, giudicato con poca benevolenza una sorta di surrogato di Battisti.
Ora, è il caso di dirlo, la musica è cambiata: «A convincermi - ha spiegato Mogol - è stato l’ascolto di alcune musiche degli Audio 2, giunte a me per via, per così dire, famigliare: mi hanno conquistato e ispirato. Tutto è partito dalla canzone che oggi si intitola L’ultimo ballo. Io sono fatto così: ascolto la musica e vedo cosa lei mi dice. Non tengo appunti, mi lascio trasportare. Abbiamo lavorato appassionatamente e ne è nato questo progetto che io non esito a definire eroico. Perché? Perché oggi giocare al casinò è più sicuro che investire nella discografia: almeno lì tra rosso e nero ci azzecchi».
Mogol è un intreccio tra passione e pessimismo: «Questo disco vuole essere una rivendicazione di qualità nel panorama della canzone italiana. In Italia la cultura popolare non interessa a nessuno, la musica men che meno. E invece è solo attraverso queste che un paese evolve. Oggi, bisogna dirlo, non c’è vera meritocrazia nella discografia».
Sono le scuole dei talent show come X Factor o Amici a uscir male dall’analisi di Mogol: «Oggi non esiste più attenzione verso il prodotto artistico, la singola canzone. Conta il personaggio spendibile, quello che funziona in tv: io da molti anni ho una scuola, ma di quelle vere, dove cerchiamo di preparare i giovani ad essere interpreti e autori. Ma forse dovremmo svegliarci anche noi, e farne uno show televisivo». Nel cd anche la canzone che il paroliere avrebbe voluto dedicare e far interpretare a Celentano, La voce di un amico.
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