Dopo otto notti passate nellultimo piano del civico liceo serale Gandhi di piazza XXV aprile, dove gli studenti si erano barricati per protesta dal 18 gennaio scorso, durante la notte tra lunedì e martedì, i ragazzi rimasti in tre, dai cinque iniziali, sono tornati a dormire nelle proprie case. Loccasione la sentenza del consiglio di Stato che rigetta le due richieste di sospensiva presentate dal Tar, legittimando così la decisione da parte del Comune di chiudere alcuni corsi. Ieri lassessore alla Scuola di Palazzo Marino, Mariolina Moioli, ha rivolto un appello agli studenti: «Voglio rivolgere un appello agli studenti lavoratori che effettivamente hanno bisogno di conseguire il diploma affinché accettino le proposte dellamministrazione comunale in modo da non perdere lanno scolastico». Lassessore ha ribadito la possibiltà per gli studenti che debbano concludere il proprio corso di studi, di intraprendere percorsi personalizzati concordati con il Comune, come aveva proposto fin dallinizio della protesta.
Il clamore del caso Gandhi ha diffuso in città macchia dolio lo spauracchio della chiusura dei corsi civici. Ieri Mariolina Moioli ha incontrato anche il presidente del consiglio di istituto e i rappresentanti dei genitori per rassicurarli sulla formazione delle classi del prossimo anno. I numeri parlano chiaro e avrebbero dovuto cancellare ogni dubbio: gli iscritti per lanno scolastico 2010-2011 sono 252, due in più rispetto a quelli dellanno in corso. Lassessore ha rassicurato i genitori, garantendo che «non è previsto alcun ridimensionamento riguardo al numero degli alunni. Intendiamo rispettare le direttive ministeriali sulla formazione delle classi».
Buone notizie insomma per gli allievi del liceo linguistico Alessandro Manzoni, che frequentano due succursali - in via Rubattino e in via Lamennais, in attesa del nuovo edificio, che sarà pronto per la primavera 2011.
La Moioli al Gandhi: «Accettate la nostra offerta»
Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.