Molini di Triora diventa il paese dei carabinieri

Grazie ad una recente delibera comunale la popolazione di Molini di Triora, paese sito nell’entroterra di Taggia, passa di colpo dagli attuali 700 abitanti a 101mila e 700 unità. Il consiglio comunale ha conferito, all’unanimità, la cittadinanza onoraria all’Arma dei Carabinieri, che conta in organico circa 101mila tra ufficiali, sottufficiali e truppa. Al Comune di Molini è già pervenuto il nulla osta ufficiale del Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri in cui si dovrà fissare la data in cui verrà conferita materialmente la cittadinanza onoraria e per questa ragione a Molini si stanno già svolgendo grandi preparativi.
Molini di Triora è stato il primo ad aderire a questa iniziativa in Liguria: sono molti i legami tra il piccolo centro della Valle Argentina, a 500 metri sul livello del mare, e l’Arma dei Carabinieri. «La caserma dei carabinieri di Triora che si occupa anche del nostro territorio - ha detto l’assessore alla cultura Ozenda - è stata una delle prime ad essere istituita in Provincia di Imperia, nel 1815, quando il nostro territorio passò sotto il Regno Sabaudo. L’atto istitutivo reca la firma del primo Comandante Generale dell’Arma, Conte Thaon de Revel, che aveva combattuto nel 1794 proprio sui monti della Valle Argentina per fronteggiare l’avanzata francese».
Da allora il legame con i Carabinieri è sempre stato intenso. Cinque cittadini di Molini di Triora lasciarono la vita sui campi di battaglia vestendo la divisa della Benemerita, durante la prima Guerra Mondiale e la seconda, il 4 luglio 1944 insieme al Municipio di Molini di Triora i nazifascisti diedero alle fiamme la Caserma dei Regi Carabinieri di Triora. La cittadinanza onoraria nel passato i Molinesi l’avevano concessa con il contagocce.

«Possiamo affermare che la cittadinanza onoraria da noi è un onore molto ambito e raro - ha concluso Ozenda -: in 108 anni di storia del nostro Comune solo tre volte, finora, è stata concessa: nel 1909 all’ex Commissario Regio del Comune Luigi Franceschini, nel 1924 al Duce e 47 anni fa all’Ispettore Regionale delle Foreste Giovanni Doriguzzi Bozzo».

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